Fontana a Villa Arconati, case alle vittime della mafia nel progetto legalità dei ragazzi di architettura
30 Maggio 2014 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Arte, Cronaca, Cultura, Edilizia, Eventi, Infrastrutture, Patrimonio artistico, Scuola, Sociale, Spazio giovani, Territorio, Trasporti |
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L’architetto Eugenio Gigliola, docente del corso e del nuovo indirizzo di design, aggiorna anche sull’annosa questione di una nuova sede adeguata al liceo artistico
BOLLATE-ARESE – Quest’anno al liceo artistico di Arese ‘Lucio Fontana’ è partito l’indirizzo ‘design’ istituito nelle superiori con la riforma Gelmini. Docente del nuovo corso è Eugenio Gigliola, storico professore di architettura dell’istituto, che ha partecipato con la sua IV classe al progetto sulla legalità. I lavori, esposti in Villa Arconati durante la festa di fine anno, sono stati un po’ sacrificati rispetto alle opere pittoriche e alle sculture il cui colpo d’occhio è immediato già di per sé mentre i plastici e i disegni di architettura hanno bisogno di un sguardo d’approfondimento.
Ne abbiamo parlato con Gigliola: “Va detto innanzitutto che la cornice di Villa Arconati è bellissima, ma che purtroppo per i nostro tipo di lavori lo spazio ci ha un po’ condizionato. Abbiamo dovuto disporre i lavori uno sopra l’altro e non si sono letti facilmente. Ma chi ha avuto la pazienza di esaminarli avrà potuto apprezzarne la progettualità. Sostanzialmente i ragazzi hanno lavorato su ipotetici lotti di terreno requisiti alla mafia, uguali per tutti, con l’obiettivo che andasse nella direzione opposta rispetto a quella della criminalità organizzata, ossia progettare case che andassero alle vittime fondando tutto su un modo di vivere e di convivere all’interno di un condominio, di una palazzina, privilegiando gli aspetti socializzanti della condivisione degli spazi”.
Esaminando i plastici, l’idea progettuale richiama alla mente lo stile delle palazzine aresine. ”Sì sono dei condomini aresini – ammette Gigliola – ma visti ovviamente è una condizione immaginaria, perché non avevamo dei lotti di terreni ben definiti. I ragazzi, che hanno lavorato in gruppi di cinque, hanno portato a termine cinque proposte progettuali fatte da piante, sezioni, vista d’insieme dell’edificio nonché plastico tridimensionale. Ma non è stato possibile esporle in sequenza”.
Gigliola condivide con il professore di lettere Umberto Rollino la classe IVA di architettura e sebbene inizialmente scettico sul progetto ‘Arte e legalità’ ne è poi stato soddisfatto. “Rollino è stato un po’ l’anima del progetto per i suoi contatti con le varie associazioni che si occupano del fenomeno e ha portato il tema all’interno della scuola – racconta – personalmente all’inizio ero un po’ perplesso perché calare nella didattica ad anno iniziato un nuovo progetto non è semplice. Devo dire però che i ragazzi sono stati molto tenaci e che a quel punto non ci si poteva tirare indietro”.
Il timore vero di Gigliola era quello di caricare i suoi studenti di lavoro supplementare. I ragazzi dell’artistico arrivano a scuola proveniendo da una ventina di comuni sparsi fra il rhodense, il saronnese e il garbagnatese. Qualcuno perfino da Paderno Dugnano. Per raggiungere la scuola hanno molti problemi di mobilità perché Arese non è servita bene dai mezzi pubblici. “I nostri ragazzi – spiega il docente – escono quasi tutti i giorni da scuola alle 14.30 e hanno dei tempi di percorrenza pazzeschi per fare ritorno a casa. Spiaceva chiedere a loro di fare inevitabilmente del lavoro supplementare a casa. Ma devo ammettere che quando sono animati come in questo caso da interessi e da buone intenzioni, si sanno organizzare”.
Le difficoltà degli studenti negli spostamenti fanno tornare alla mente le promesse della Provincia di Milano ai tempi della giunta Penati di spostare la sede dell’istituto da Arese a Garbagnate Milanese, servita dalle Ferrovie Nord, nella location ristrutturata della fornace Beretta Gianotti. Sembrava una cosa fatta, ma invece il liceo è ancora in un’ex scuola elementare aresina, la cui struttura non è consona alla tipologia di studi dell’artistico. All’epoca Gigliola aveva fatto riunioni su riunioni con Paola Vidulli del Politecnico di Milano per ottimizzarne il progetto. Cosa è successo?
“Essendo architetto – ricorda Eugenio Gigliola – la nostra preside Tiziana Monti mi aveva trascinato con sé anche nelle riunioni in Provincia con l’inegner Gatta e l’allora assessore alle opere pubbliche. Poi tutto si è arenato per quei meccanismi che sfuggono a noi comuni mortali. Se non ricordo mala pare che il costo del terreno sia lievitato come rendita e che non vi siano stati più i finanziamenti necessari alla realizzazione del progetto. Sicuramente la Provincia non li ha e non so quanto il comune di Garbagnate abbia dovuto metterci del suo. Ossia se il problema era solo il terreno o anche le opere edili”.
Ad Arese di una nuova sede per il ‘Fontana’ non se ne parla. Non rientra fra gli investimenti previsti dalla nuova giunta Palestra. “Ad Arese è impensabile – dice con rammarico Gigliola – noi abbiamo provato a bussare più volte alle porte del comune, ma pare che non vi siano luoghi preposti ad accogliere una struttura come la nostra. Quindi il paradosso è questo: noi facciamo orientamento intenso sul territorio e poi, quando arrivano le iscrizioni, dobbiamo, non dico respingerle, ma quasi doverle controllare”.
Ombretta T. Rinieri