Ecco il libro che svela i segreti di Castellazzo
16 Maggio 2014 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Arte, Bianca, Cronaca, Cultura, Cultura Locale, Expo, Letteratura, Patrimonio artistico, Religione, Territorio |
BOLLATE – Grande partecipazione di pubblico domenica 4 maggio in Villa Arconati per la presentazione del libro: “Castellazzo: Parrocchia e Borgo” scritto a quattro mani da Giovanni Battista Sordelli e da Padre Egidio Zoia, parroco di San Guglielmo. Sotto lo sguardo del ‘Pompeo’, un uditorio attento, accolto in un momento introduttivo dalle musiche di Andrea Mele, ha riempito la ‘Sala Museo’ , mentre una preziosa mostra dell’artista Vito Mele ha ben accompagnato di alta cultura.
Al tavolo dei relatori, insieme agli autori, il sindaco di Bollate Stefania Lorusso, l’assessore alla cultura Ubaldo Bartolozzi e il presidente del consiglio comunale Carlo Costa ed Ermanno Camisasca, segretario generale della Fondazione Aurelio Rancilio, proprietaria della Villa. Moderatore, Salvatore Biondo, avvocato, saggista, scrittore teatrale e musicista, che ha portato gli interventi sul filo conduttore tra passato storico e futuro prossimo nell’ottica di Expo.
La pubblicazione tratta della storia del borgo di Castellazzo, cresciuto attorno alla chiesa di San Guglielmo. Importante, emerge, l’opera dei sacerdoti succeduti alla guida della comunità. Come Padre Egidio, forse ultimo parroco del borgo. Piedi in terra e testa in paradiso, egli è un vulcano di idee e ha un carisma tale da calamitare e trascinare le genti.
Ne ha tracciato bene un profilo il sindaco Lorusso. “Conosco Padre Egidio da quattro anni – ha detto tradendo un po’ l’emozione – e ho capito che il valore di un’istituzione non esiste di per sé ma esiste in quanto sono grandi le persone che la rappresentano e che la dirigono. Padre Egidio, con la sua presenza costante, silenziosa e scevra da personalismi inutili, ha saputo restituire dignità e vitalità a Castellazzo e a tutti i suoi abitanti”. Sordelli è colui che ha ‘fatto’ il libro – ha detto Padre Egidio a seguire, un po’ a disagio dopo l’intervento del sindaco – io l’ho solo rivisto un po’ e ci ho aggiunto qualche capitolo. Ci siamo incontrati subito perché anch’io sono un amante della storia locale. Ha già scritto del convento agostiniano di Baranzate e ha già pronte ottocento pagine di storia bollatese”. Dopo i ringraziamenti a Silvia Verga, a Maria Giovanna Merler e alla sottoscritta per il contributo dato a vario titolo al completamento del testo Padre Egidio ha ripreso il discorso in chiave pedagogica: “Questo libro nasce perché conoscere le origini significa conoscere e coltivare le radici. Quando è sicuri delle proprie origini non si ha paura di altri eventi e si è aperti agli altri. Io sono brianzolo, posso andare in qualsiasi posto portando la mia origine brianzola e anche un po’ bollatese perché mia mamma era di Cassina Nuova, però l’essere attaccato al mio essere mi dà la capacità, la forza di accettare qualsiasi altro, indipendentemente dalla sua nazione, civiltà, religione o colore di pelle”. Poi una riflessione sulla cultura contadina su cui il borgo di Castellazzo rischia di essere confinato: “E’ bello che Castellazzo abbia alle sue origini una tradizione contadina. Le origini sì. Ma nelle evoluzione delle cose, questa origine contadina deve essere ancora mantenuta? Sono domande. Ricordo di una frase del cardinale Martini che diceva: “Sulla tradizione bisogna costruire tradizioni”. Allora non dimentichiamo i valori della tradizione contadina e riprendiamoli fortemente, ma su questa tradizione forse bisogna inserirne un’altra”.
Alle ricerche ha collaborato anche il personale dipendente del comune, in particolare quello dell’ufficio protocollo cui sono andati i ringraziamenti miei e della signora Merler. “Quando Padre Egidio mi ha chiamato – ha detto Maria Giovanna – mi ha coinvolto con il suo entusiasmo travolgente e anche se si parte da una preparazione non puramente storica si finisce per farsi una sorta di professionalità. Mi sono un po’ emozionata quando ho visto atti del Regno Lombardo Veneto per non dire dei verbali di assemblee comunali del 1850, 1852”. Il libro di Sordelli e padre Zoia contiene alcune chicche storiche su Castellazzo, come l’ubicazione dell’antico cimitero o quelle sulle scuole nate come scuola della dottrina cristiana su impulso di San Carlo Borromeo.
“Dalla lettura di questo libro – ha detto Silvia Verga, studiosa, professoressa e vice preside di una scuola paritaria, che ha curato la revisione del testo – emerge una Castellazzo magica, dalle mille sfaccettature in cui sembra che il tempo si sia cristallizzato e dove gli avvenimenti storici si radicano nel borgo”.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario 16 maggio 2014 – pag. 45)