La Chiesa di San Guglielmo a Castellazzo di Bollate
16 Maggio 2014 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Arte, Bianca, Cronaca, Cultura, Cultura Locale, Religione, Religione |
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CASTELLAZZO DI BOLLATE – La chiesa è dedicata a san Guglielmo, ma non si sa esattamente a quale san Guglielmo, se al san Gugliemo duca d’Aquitania, il cui culto si presume risalga ai Franchi in Italia al seguito di Carlo Magno per la difesa del ducato di Milano, o se al san Guglielmo di Malavalle.
Nella chiesetta di Castellazzo, San Guglielmo viene rappresentato in una tela di autore ignoto, a cavallo con la spada sguainata, vestito da cavaliere. “Qualcuno, in una tesi di dottorato – racconta sempre il parroco padre Egidio Zoia a coloro che visitano il luogo di culto – ha confuso il quadro di San Guglielmo con la figura di San Giorgio, che non si manifesta mai con la spada, ma sempre con la lancia che sconfigge il drago”.
Il San Guglielmo d’Aquitania, pentitosi di aver ucciso in battaglia, da Aquitania si recò a Roma a chiedere perdono a
papa Eugenio III, il quale gli impose come penitenza di recarsi a Gerusalemme. Cosa che fece nel 1145. Poi morì nel 1157. Il san Guglielmo di Malavalle, sempre discendente dalla famiglia notbile d’Aquitania, andò anche lui in oellegrinaggio a Gerusalemme e al suo ritorno si stabilì a Malavalle, vicino a Grosseto, vivendo come un eremita. Le storie dei due santi si sovrappongono e risulta poco chiaro capire a quale dei due sia dedicata la chiesetta di Castellazzo dove oltre al san Guglielmo cavaliere dipinto al suo interno, vi è anche un’altra sua immagine che lo raffigura nel medaglione della facciata della chiesa di Castellazzo come un uomo anziano con la barba e i capelli bianchi lunghi, che calpesta sotto i suoi piedi la spada e il mantello militare come segno di cambiamento interiore e di vita. Sullo sfondo del medaglione, si intravedono alcuni giovani che scelsero di seguire l’esempio di San Guglielmo nell’Ordine dei Guglielmiti (anagramma di Guglielmo ed eremiti) , che si diffuse in Italia, Francia, Germania, Belgio e nei Paesi Bassi. In seguito papa Gregorio IX, ritenendo la regola dell’Ordine troppo rigida, ne mitigò la linea e pose l’Ordine sotto quello di San Benedetto.
La chiesa del borgo di Castellazzo è l’unica chiesa della diocesi di Milano dedicata a San Guglielmo, ma non se ne conosce il motivo. La prima datazione nota del luogo di culto di San Guglielmo a Castellazzo risale al 1321 e si riferisce all’esistenza di una cappella sottintesa dal micro toponimo “in Pasquayrolo de sancto Guilielmo”, ma si presume la sua esistenza già secoli prima. Si tratta di una pergamena conservata nella chiesa di San Lorenzo Maggiore di Milano riferita a un atto notarile che concede in locazione a un certo Uberto Grassi un appezzamento nelle terre di Bollate, indicato appunto nel micro toponimo, come “Pascolo di San Gugliemo Il Grande di Malavalle”. Il culto di San Guglielmo si celebra il 10 febbraio, ma resta misterioso come sia giunto a Castellazzo.
Lo storico Giovanni Battista Sordelli e padre Zoia, nel loro libro “Castellazzo: parrocchia e borgo” ipotizzano la fondazione nel borgo di un luogo di preghiera dedicato al santo a opera dei monaci del suo stesso Ordine, che dovevano ivi sostare quando dalla Toscana percorrevano la strada romana del Lucomagno per recarsi nei monasteri del Nord Europa.
Il 12 dicembre 1341 l’antico oratorio di San Guglielmo fu sostituito con una nuova chiesa grazie al decreto dell’arcivescovo di Milano Giovanni Visconti, che a Bollate possedeva grandi proprietà. Nasce quindi la parrocchia di Villa Franca – così si chiamava Castellazzo prima della costruzione dell’attuale Villa Arconati – affidata all’Ordine degli Umiliati. Ardisi Lanfranco del Monastero di Brayda (Brera), attivo nel 1345, pare ne sia stato il primo parroco-rettore. La dedicazione cambiò successivamente in Santa Maria e San Guglielmo con la realizzazione nel mezzo dell’allora parete di destra di un altare dedicato alla SS Vergine Maria (che però fu tolto nel 1567).
Il 27 luglio 1573 l’arcivescovo San Carlo Borromeo visita la chiesetta, vicina alla casa nobiliare
dei marchesi Cusani, e la trova lunga, angusta e scura. L’altare era uno solo in fondo a navata unica, non c’erano tabernacolo, battistero, confessionale, crocifisso, vasi con gli oli sacri, sacrestia e cappella, mentre le pareti in parte affrescate e in parte intonacate, erano in cattivo stato. Quell’anno, l’allora proprietario di Villa Franca, Guido Cusani, si impegna con San Carlo a costruire una nuova chiesa. Ma bisognerà attendere il 4 settembre 1588 per inaugurarla ricostruita dalle fondamenta a unica navata, lunga venti metri e larga diciannove, e dedicata alla Vergine Nascente e a San Guglielmo.
Con l’edificazione della chiesa, il marchese Guido Cusani concludeva la ricostruzione di Castellazzo: le cascine con le case dei contadini e gli edifici rustici, il nobile palazzo con i giardini, sorto dove prima vi erano campi coltivati, per cui dovette crearne di nuovi, dissodando terreni boschivi e rendendoli adatti alla coltivazione.
Successivi ampliamenti vennero attuati nel 1850 dal marchese Busca e la sistemazione attuale – voluta dal parroco Giovanni Orlandi – è del 1988 effettuata dall’architetto Giuseppe Cimbro.
San Guglielmo non è mai stata una chiesa dipendente dalla vicina Villa gentilizia, anche se potrebbe sembrare così perché architettonicamente il complesso si presenta tutto inglobato in un unico progetto. Il primo parroco della chiesa è del 1341, quindi ben 250 anni prima della villa.
Opere pregevoli presenti nella chiesetta San Guglielmo
Entrando dalla porta principale, sul lato destro della navata si può ammirare un presepe in gesso di scuola bergamasca realizzato nel ‘700, una scultura lignea della “Pietà” dell’artista Roger, la pala d’altare dedicata a Sant’Antonio dipinta da Giuseppe Bertini, una statua lignea di Cristo e, sul soppalco, un settecentesco organo a canne in attesa di restauro. Sulla navata sinistra, come prima opera, lo sguardo cade su un antico battistero ligneo, su un quadro raffigurante San Guglielmo il cui autore è a oggi ignoto, la pala d’altare dedicata alla Madonna del SS Rosario, sempre di Bertini, e un crocifisso ligneo della tradizione montanara.
Sopra l’ingresso vi è la tribuna che veniva utilizzata in passato dalle famiglie Busca Sormani per assistere alle messe. La tribuna fu fatta chiudere dal beato arcivescovo Andrea Carlo Ferrari durante la sua visita pastorale di sabato 23 agosto 1901 per evitare che qualcuno potesse entrare in sagrestia e in chiesa a qualunque ora e a insaputa del parroco.
Fra le particolarità le colonne dipinte sui muri, che paiono essere vere, mentre è in corso di allestimento un piccolo museo di cilostri, croci e ferule antiche di notevole fattura che attestano la presenza di numerose confraternite.
Nell’ambito della chiesa di San Guglielmo rientra anche il Santuario della Fametta , che costruito verso il 1808, dista dalla parrocchia un chilometro ed è prospiciente al cimitero castellazzese, mentre in Villa Arconati è presente una piccola cappella (od oratorio) dove i Sormani Busca facevano celebrare delle messe secondo il privilegio avuto l’8 marzo 1878 da monsignor Francesco Maria Rossi, vicario generale dell’arcidiocesi.
Dal 1976 la cura della parrocchia è affidata ai Padri Betharramiti la cui congregazione fu fondata nel 1835 da San Michele Garicoits per essere un campo “volante” nella chiesa. I Padri, oltreché nell’animazione spirituale in San Guglielmo, esercitano il loro ministero anche a servizio delle parrocchie vicine in vari campi dell’apostolato quali pastorale del lavoro, pastorale della scuola, incontri di preghiera e sulla Bibbia.
La parrocchia è inoltre luogo di accoglienza aperto a tutti per momenti di confronto, di condivisione e di solidarietà e anche per attività culturali e di svago quali la pubblicazione di libri sulla storia dell’antico borgo agricolo, annesso alla prestigiosa seicentesca Villa Arconati e con l’organizzazione di altri eventi, anche musicali, corali e/o strumentali.
Ombretta T. Rinieri
bibliografia: “Castellazzo: Parrocchia e Borgo”
Aggiornamento sui due san Guglielmi del 19 novembre 2021
Su San Guglielmo leggi anche: San Guglielmo duca d’Aquitania – Vita di San Guglielmo – Vita di San Gugliemo – Secoli agostiniani 1 – Secoli agostiniani 2 – Treccani – santi e beati – cassiciaco – La Trebbia – Centro studi pergolesi