Detrazione fiscale per i libri, equiparazione dei figli naturali e adottivi a quelli legittimi e tutela del suolo nel decreto “Destinazione Italia” del Governo Letta
14 Dicembre 2013 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Ambiente, Cronaca, Cultura, Economia, Nazionale, Politica, Scuola, Sociale, Spazio giovani, Territorio |
ROMA – (o.t.r.) – Nella seduta del 13 dicembre 2013 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge «Destinazione Italia» nell’ambito del quale fra gli altri provvedimenti è stata riconosciuta una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute nel corso dell’anno solare per l’acquisto di libri muniti di codice ISBN, per un importo massimo di duemila euro, di cui mille per i libri scolastici ed universitari e mille per tutte le altre pubblicazioni.
Nel decreto “eterogeneo”, novità anche nel diritto di famiglia. Su proposta dei ministri Alfano, Cancellieri, Giovannini e Kyenge si sono introdotti i seguenti principi: l’unicità dello stato di figlio, anche adottivo, e conseguentemente l’eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli “legittimi” e ai figli “naturali” e la sostituzione degli stessi con quello di “figlio”; la filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti e non solo con i genitori; la sostituzione della nozione di “potestà genitoriale” con quella di “responsabilità genitoriale”; la modifica delle disposizioni di diritto internazionale privato con previsione di norme di applicazione necessaria in attuazione del principio dell’unificazione dello stato di figlio. Inoltre è stato deciso di limitare a cinque anni dalla nascita i termini per proporre l’azione di disconoscimento della paternità; introdotto il diritto degli ascendenti di mantenere “rapporti significativi” con i nipoti minorenni; disciplinare l’ascolto dei minori, se capaci di discernimento, all’interno dei procedimenti che li riguardano; portare a dieci anni il termine di prescrizione per l’accettazione dell’eredità per i figli nati fuori dal matrimonio; modificare la materia della successione prevedendo la soppressione del “diritto di commutazione” in capo ai figli legittimi fino ad oggi previsto per l’eredità dei figli naturali.
Su proposta dei ministri Nunzia De Girolamo, Massimo Bray, Andrea Orlando e Maurizio Lupi è stato deciso il contenimento del consumo del suolo ed il riuso del suolo edificato. L’intervento normativo è finalizzato al contenimento del consumo di suolo, alla valorizzazione del suolo non edificato, alla promozione dell’attività agricola che sullo stesso si svolge o potrebbe svolgersi, nonché alla valorizzazione del suolo come risorsa da tutelare anche ai fini di mitigazione prevenzione del rischio idrogeologico. L’obiettivo è la salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e la conservazione della relativa vocazione naturalistica, soprattutto alla luce dei dati statistici acquisiti, dai quali risulta la progressiva «cementificazione» della superficie agricola nazionale. Uno degli obiettivi prioritari del provvedimento consiste nella previsione del riuso e della rigenerazione edilizia del suolo edificato rispetto all’ulteriore consumo di suolo. In sostanza, il complessivo scopo finale della legge è quello di impedire che il suolo venga eccessivamente “eroso” e “consumato” dall’urbanizzazione e al contempo promuovere e sostenere il riuso e la rigenerazione di aree già interessate da processi di edificazione.
Nello stesso decreto abolito il rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e i contributi pubblici ai partiti erogati per l’attività politica e a titolo di cofinanziamento. Al suo posto, introdotta dall’anno finanziario 2014, con riferimento ai redditi del 2013, la destinazione ai partiti del 2 x 1000 dei redditi personali a favore dei partiti dotati di statuto. Sempre dal 2014 si potranno detrarre le erogazioni liberali in denaro effettuate dalle persone fisiche in favore dei partiti politici per una quota del 37 per cento per importi compresi tra 30 e 20.000 euro annui e del 26 per cento per importi compresi tra 20.001 e 70.000 euro annui. Dall’imposta sul reddito sarà possibile detrarre un importo pari al 75 per cento delle spese sostenute dalle persone fisiche per la partecipazione a scuole o corsi di formazione politica promossi e organizzati dai partiti (tetto massimo di 750 euro annui). Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle società, si potrà detrarre un importo pari al 26% dell’onere per le erogazioni liberali in denaro per importi compresi tra 50 e 100.000 euro.
I partiti che intendono avvalersi dei benefici previsti dal decreto legge devono dotarsi di statuto che sarà trasmesso in copia al Presedente del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati che a loro volta li inoltreranno alla “Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici”. La Commissione avrà anche il compito di controllare regolarità e conformità della rendicontazione, trasparenza e pubblicità di partiti. Nel caso di mancata ottemperanza agli obblighi la Commissione applicherà una sanzione pecuniaria pari all’importo non dichiarato o difforme dal vero. I partiti, proprio nell’ottica di una maggiore trasparenza e per facilitare l’accesso alle informazioni relative al proprio assetto statutario, agli organi associativi, al funzionamento interno e ai bilanci, dovranno avere un sito internet che assicuri accessibilità anche alle persone disabili.
Partiti ammessi alla contribuzione volontaria agevolata e limiti alla contribuzione
I partiti politici iscritti nell’apposito elenco depositato alla Commissione possono essere ammessi, a richiesta:
- al finanziamento privato in regime fiscale agevolato se hanno almeno un eletto sotto il proprio simbolo alle elezioni per il Senato, la Camera, il Parlamento europeo o in uno dei consigli regionali o delle provincie autonome di Trento e Bolzano o abbiano presentato nella medesima consultazione elettorale candidati in almeno tre circoscrizioni per il rinnovo della Camera, tre regioni per il rinnovo del Senato o in un consiglio regionale o delle province autonome o in almeno una circoscrizione per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettante all’Italia;
- Alla ripartizione annuale del 2 per mille se hanno conseguito nell’ultima elezione almeno un eletto sotto il proprio simbolo alle elezioni per il Senato, la Camera o per il Parlamento europeo.
Ciascuna persona fisica non può effettuare erogazioni liberali in denaro o comunque corrispondere contributi in beni o servizi in favore di un singolo partito politico per un valore complessivo superiore a 300.000 euro né comunque oltre il limite del 5 per cento dell’importo dei proventi iscritti nel conto economico del partito. Il limite per i soggetti diversi dalle persone fisiche il limite annuo è di 200.000 euro