“La Gallazzi non è un fiore all’occhiello!”. E ora il commissario manda a casa anche la Fagnani
5 Aprile 2013 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, Cronaca, Sanitaria, Sociale |
Con una mossa a sorpresa, rescisso il contratto con la direttrice sanitaria. Pavone: “Nell’ultimo bilancio c’era un rosso di centomila euro”
ARESE – Sorpresa. In Gallazzi-Vismara salta anche la direttrice sanitaria Silvia Fagnani. Dopo i conti in rosso che avrebbero comportato lo scioglimento del cda Cundari e della rescissione del contratto con il direttore generale Luigi Piana ora è toccato anche alla terza figura apicale dell’azienda speciale, che settimana scorsa ha ricevuta una lettera di scioglimento del suo contratto rispetto alla scadenza del 2014.
Silvia Fagnani, giunta in casa di riposo anni or sono e rimasta al suo posto anche con Luigi Piana, nei mesi scorsi era già stata coinvolta suo malgrado nelle cronache cittadine per essere la moglie di quel Marco Scalambra finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria sulla ‘ndrangheta in Lombardia. Già in quell’occasione, sull’onda dello scandalo, sul territorio vi fu chi ne reclamava le dimissioni, ma la sua estraneità alle indagini della magistratura indussero il cda di Cundari e Piana a mantenere in essere il rapporto. Lo scioglimento, ora, del contratto giunge quindi inaspettato. Ci si chiede cosa stia succedendo di così grave nella casa di riposo aresina, da sempre considerata un fiore all’occhiello della città, da meritare il rinnovo completo delle figure apicali della struttura.
“Un fiore all’occhiello, ma a quale costo? A quale prezzo? – ci risponde la commissaria Anna Pavone, che abbiamo interpellato appena venuti a conoscenza della notizia – in casa di riposo vi è una mal gestione e quindi chi ne ha la responsabilità ne risponde e va a casa. Da quando sono arrivata ad Arese non ho fatto altro che ricevere lamentele su questa casa di riposo. Non mi sembra che sia un fiore all’occhiello. Forse era così un tempo. Forse le cose nel tempo sono cambiate. Forse si è trascurata proprio perché si pensava che fosse un fiore all’occhiello e quindi si è arrivati a una mala gestione, a trascurare alcuni aspetti, si è arrivati a bilanci in rosso. Nell’ultimo presentato mancavano 100mila euro e si voleva ripianarlo con i fondi del comune come si era sempre fatto negli ultimi anni. Ma non si può fare. E’ contra legem”.
I problemi sulla casa di riposo sarebbero emersi a seguito del controllo analogo cui il Comune è tenuto. “Abbiamo esercitato questo controllo – continua Pavone – e sono emersi i pasticci”. La commissaria parla di problemi riguardanti l’assistenza sanitaria che investono prettamente le cure mediche agli anziani, ma non entra nei particolari per un problema di privacy. “L’assistenza di tipo non sanitario – dice – non risulta avere problemi. Il personale è di ottimo livello e presta un’assistenza assolutamente in linea con gli standard richiesti. Diverso è il discorso sull’attività medica, la spesa sanitaria e la gestione sanitaria in genere. Chi coordina la direzione sanitaria non è adeguata come dovrebbe essere. E comunque lì bisogna cambiare tutto perché le cose non funzionano. Non è che si diventa direttore sanitario della casa di riposo a vita. Purtroppo non si può scendere nei dettagli perché si entra nella sfera privata delle persone. Non si può parlare del malato x piuttosto che y. Abbiamo ritenuto di cambiare anche il direttore sanitario perché quando una struttura non funziona è tutta la gestione, tutta la governance, che deve essere cambiata. Queste sono le figure apicali, che hanno la responsabilità della gestione della casa di riposo. Il direttore generale, il direttore sanitario, il cda sono le persone che hanno in mano la governance della struttura. Se la struttura non funziona, chi ne deve rispondere? Così come c’erano problemi di gestione finanziaria, ce ne sono di gestione sanitaria. Altrimenti non stavamo a impazzire e a cambiare tutto”. E sulle notizie trapelate di licenziamento anche degli altri medici, Pavone risponde: “A me non risulta. Comunque la gestione non è del commissario, ma del cda e del direttore generale”.
Ombretta T. Rinieri
(versione riveduta del pezzo pubblicato su “Il Notiziario” 5 aprile 2013 – pag.64)