‘Aspettavamo il centro commerciale da 14 anni’ Brunelli (Iper) ci parla del nuovo insediamento
21 Dicembre 2012 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Analisi/Opinioni, Area Metropolitana, Aziende, centro commerciale Arese, Commercio, Economia, ex Alfa Romeo, Expo, Imprenditoria, Inchieste, Locale, Made in Italy, Nazionale, Politica, Territorio |
‘Solo una volta prima di ora mi ero confrontato con la stampa’
ARESE – Settimana decisiva, e a tratti turbolenta, per le sorti del territorio. Lunedì scorso a Lainate un consiglio comunale, presidiato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, ha approvato la variante urbanistica che trasforma la parte lainatese dell’area ex Alfa Romeo da industriale a commerciale-residenziale. Ultimo atto necessario, dopo l’analogo provvedimento siglato per Arese in totale autonomia dalla commissaria Anna Pavone (che annovera in sé le funzioni di sindaco, giunta e consiglio comunale), per l’avvio dell’accordo di programma che con il 2013 consentirà la partenza nell’area dismessa del cantiere per la realizzazione tra Arese e Lainate di un centro commerciale da 77mila metri quadrati e l’annesso piano urbanistico.
Nelle previsioni, l’Iper di Marco Brunelli dovrebbe essere pronto entro il 2015, in tempo per l’Expo, mentre il progetto residenziale (68.565mq), terziario (56.635 mq) e di servizi (17.500 mq) in capo a Euromilano di Alessandro Pasquarelli, si svilupperà in progressione in un arco di 7-8anni.
Per la prima volta, martedì 18 dicembre, la proprietà ha voluto incontrare tutta la stampa per illustrare direttamente i dettagli dell’accordo senza l’intermediazione della politica.
Perché non prima?
“Perché il clima era così avvelenato – ha detto Pasquarelli – che dopo aver tentato una volta di farlo alle Acli di Rho, ci abbiamo rinunciato”. “Tornando indietro forse abbiamo sbagliato – si è scusato Marco Brunelli, il maggiore finanziatore del progetto – ma in vita mia, e ho 87 anni, ho forse parlato con la stampa solo un’altra volta”.
Un Marco Brunelli che è rimasto di sasso quando gli si è chiesto cosa avesse pensato della presenza della ‘ndrangheta nell’ex Alfa Romeo. Una sorpresa, guardandolo dritto negl’occhi, non di maniera. Ha immediatamente chiesto delucidazioni a Pasquarelli, il quale lo ha assicurato (e ci ha assicurato) di esserne venuto a conoscenza anch’egli solo nei giorni scorsi attraverso la stampa, rassicurandolo (e rassicurandoci) di aver dato immediatamente mandato agli avvocati per la rescissione del contratto con la società d’automotive il cui socio risulta coinvolto nell’inchiesta giudiziaria.
Sorprendente è stato anche venire a sapere direttamente da Brunelli che sono 14 anni che attendeva la sigla di questo accordo. Perché sorprendente? Perché di un centro commerciale così grande nell’ex Alfa sul territorio se ne è venuti a conoscenza solo nel 2009. Prima, tutte le amministrazioni succedutesi ad Arese, Rho, Lainate e Garbagnate, hanno taciuto. Per non parlare di Regione e Provincia. Eppure, ci ha rivelato Pasquarelli, che invece nel progetto è entrato “solo” cinque anni or sono, sull’area, sfruttando la forza economica trainante di Brunelli, si sarebbero potute portare le sedi delle facoltà universitarie quando una decina d’anni fa gli atenei si sono trovati a riposizionarsi. Ma Arese è rimasta esclusa.
Stessa cosa vale per la cittadella della salute, che ora verrà fatta a Sesto San Giovanni nell’ex area Falck quando invece l’idea fu lanciata per primo dall’ex sindaco aresino Giancarlo Grandi. Sì, sempre lui, che la sua Arese l’amava davvero. Stessa cosa vale per la città dell’informazione, quando si parlò dell’ipotesi del trasloco della Rai e di altre testate. Progetti che volavano troppo alto. Troppo utopistici, si disse. Da affossare sotto i ventilati porti logistici, campi nomadi, nuovo ortomercato, area stoccaggio per i cinesi di Paolo Sarpi. Fumo. Fumo. E ancora fumo.
In tutta questa vicenda è mancata la trasparenza da parte delle amministrazioni che ben sapevano. Tant’è che dietro le quinte tenevano contatti, sedevano sui cosiddetti “tavoli” e avviavano gli iter tecnici e burocratici necessari al vero accordo di programma. E si prendevano gioco, anche questo è divenuto chiaro ormai, del padron dell’Iper il quale, per inciso, è parso davvero uno degli ultimi grandi vecchi imprenditori di questo Paese, innamorati dell’Italia e della qualità del made in Italy.
In tutta questa vicenda non si è data in realtà ai cittadini del territorio la possibilità di “partecipare”. Se c’era questa ipotesi od opportunità, a seconda dei punti di vista, doveva esserne data informazione. E se l’Iper doveva arrivare forse era meglio prima. Prima dell’allargamento dell’Esselunga. Prima del nuovo centro commerciale di Garbagnate o di quello di Limbiate. Ma forse ogni comune voleva il suo. Forse ogni comune voleva la sua rendita.
Nel frattempo il territorio è stato consumato, senza una visione d’insieme, senza che gli interessi siano stati mediati. Con una strategia precisa contro questa parte dell’area metropolitana. Basti pensare che la Rottanfer sfrattata da Sesto San Giovanni si è insediata nell’ex Alfa e lì c’è rimasta nonostante le proteste dei garbagnatesi per i boati ogni volta che una bombola di gas viene maciullata.
l’Iper nasce in piena crisi economica con i consumi al ribasso dappertutto. I suoi maggiori detrattori sono infatti i commercianti. Soprattutto di Rho, il cui ‘RhoCenter’ sta perdendo colpi. Ma preoccupati sono anche tutti i piccoli negozianti di Rho, Arese, Bollate, Lainate, Garbagnate eccetera. Le ricadute saranno inevitabili. Per questo in base all’adp la proprietà dell’area verserà 4,5 milioni per il sostegno proprio al commercio di prossimità.
Per contro la crisi non spaventa Brunelli, fiero di quanto già fatto al Portello nell’ex area dismessa. “Da noi le vendite – ha detto orgoglioso – stanno addirittura aumentando”. Sono previsti dai 2 ai 3mila posti di lavoro. Il 40 per cento dei nuovi assunti dovranno essere residenti ad Arese e Lainate; un altro 40 per cento nei comuni limitrofi; l’ultimo 20 per cento riguarderà lavoratori in cassa integrazione o mobilità.
La commissaria Anna Pavone si è presa l’impegno con gli ex alfisti scaricati da Innova Service di attivarsi per un loro ricollocamento. Pasquarelli ha confermato. Chissà che dopo tutte le vane promesse questa non sia la volta buona per quelle madri e padri di famiglia. L’accordo è stato approvato sul filo di lana in vista di Expo per non perdere il treno anche di quell’opportunità. Questo il senso della firma della commissaria Pavone, la quale ha comunque rimarcato di aver dato seguito a un atto dovuto e conseguente a quanto già predisposto dalle amministrazioni che l’avevano preceduta. Nessun partito può quindi chiamarsi fuori.
Ombretta T. Rinieri
(‘Il Notiziario 21 dicembre 2012 – pag. 72)
Per correttezza é da segnalare che l’Avvocato Stefania Mannino, che difende Carmine Cambareri della Cargolog, ha chiesto la rettifica delle notizie apparse sulla stampa in ordine al suo cliente in quanto per lo stesso il Tribunale del Riesame ha ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza che lo avevano portato in carcere.
Leggi anche :