Avete mai visto …un uovo quadrato?
7 Dicembre 2012 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, Buone notizie, Cronaca |
Le decorazioni del negozio aresino ‘Quanto Basta’
ARESE – Un uovoquadrato. L’aggeggio per realizzarlo si acquista da “Quanto Basta”, il negozioaperto a settembre da Mela e Giuliano al Centro Giada. Di questi tempi una verae propria scommessa. Com’è nata l’idea? “Nei corsi – spiega Mela – siutilizzano utensili specifici come la spatola a ginocchio che ti consente dilavorare meglio con la mano. Le forme di silicone o altri strumenti di cucinaparticolari. Venendo qui si impara a usarli e alle persone viene voglia diacquistarli per averli anche a casa. Qui ad Arese non c’era niente del genere.Per passaparola i nostri corsisti andavano tutti a Mazzo di Rho dove con latesserina avevano la possibilità di avere un 10% di sconto. Perciò era un po’che ci frullava in testa l’idea di aprire un negozio. Insomma avevamo inventatoun altro lavoro! Però lui è impegnato tanto a fare il nutrizionista. Io sonoimpegnata tanto qui e in famiglia e non riuscivamo a darci corpo”.
Particolare del negozio aresino ‘Quanto Basta’
Ma a furia dipensarci e di ragionarci su i due soci cominciano a chiedere allecollaboratrici. Anche qui picche. Una per un motivo e l’altra per un altro nonpotevano neppure loro. Finché a Mela non viene in mente l’amica Marialuisa,logopedista, creativa e anch’essa frequentatrice di corsi. “Sapevo che lavoravasolo mezza giornata così l’ho chiamata – racconta Mela – e lei mi ha subitodetto di sì con entusiasmo. Era metà giugno. Abbiamo deciso l’inaugurazione peril 9 settembre. Ci siamo fatti un “fondo” tutta l’estate. Io volevo che fosseun luogo bello da vedere, non solo un magazzino. Io sono un geometra e unacreativa, lei è bravissima nel fare tutti gli schemi. Si è appassionato ancheGiuliano e tutti insieme abbiamo pensato come strutturare il negozio. A me èvenuta in mente tutta la parte decorativa. Abbiamo coinvolto la ragazza di miofratello, Stefania Castiglini, che è una decoratrice uscita da Brera e che mi hadetto: “Mela, cosa ne dici se ti faccio due o tre cose?”. E da due o tre coseci è venuta in mente la parete con la cucina dipinta, con la tecnica del tromped’oil. “Per disegnare continua Manuela Ducoli – ci ha messo dieci giorni. Dallamattina alla sera con l’aiuto di mia figlia che ha 15 anni e che frequental’artistico. Poi sono venute le idee di fare qualche cake, la finestra e difare un’onda per tagliare e fare il doppio colore. Mentre schizzava l’onda, leho chiesto: ‘Invece di fare l’onda non potresti fare come una goccia che cade? E da lì sono nate le gocce di crema che cadono sul cioccolato per tre quarti di parete. Con lamia esperienza da vetrinista é venuto fuori il resto’. Genio, passione ecreatività tutti italiani. Alla faccia della crisi.
Ombretta T. Rinieri
(‘Il Notiziario’ 7 dicembre 2012 – pag. 80)