Costantino al contrattacco: ‘Assessori decisi con Giudici, non con me’
5 Ottobre 2012 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, ex Alfa Romeo, Locale, Politica |
ARESE – La verità sulla caduta della giunta Ravelli continua a rimanere sotto traccia. Perché se è vero che la verità prima o poi viene sempre fuori è anche vero che bisognerà attendere il tempo degli sviluppi della prossima campagna elettorale e dell’accordo di programma sull’ex Alfa Romeo per riuscire a distinguere chi delle due parti ha ragione. Nel senso che i protagonisti della spaccatura di Arese Futuro tra comunicati e conferenze stampa rappresentano delle ragioni cosìagli antipodi l’una dall’altra che diventa difficile capire dove sta la verità.
Per iniziare se Ravelli e i suoi assessori concordano tutti nell’affermare che Andrea Costantino, ex vice sindaco nonché presidente dell’omonima associazione della lista civica, abbia concorso direttamente nella scelta della squadra di governo, l’interessato sul punto nega decisamente. “Voglio sgombrare in maniera molto chiara – ha raccontato giovedì 27 settembre ai giornalisti nella sede di Arese Futuro – il fatto che io abbia partecipato alla scelta degli assessori. Costantino si è trovato la parte della giunta fatta e poi gli hanno detto la portiamo a conoscere. Fisicamente c’ero io da una parte e Ravelli, Franco Sarto e Giancarlo Giudici dall’altra che avevano deciso”.
Una bomba. Giancarlo Giudici del Pd, non solo avrebbe collaborato in campagna elettorale con i concorrenti ma addirittura avrebbe partecipato alla scelta della giunta e con voce in capitolo più dello stesso Costantino al quale non sarebbe rimasto altro compito che avvallare le nomine. “Non ero d’accordo – ha continuato – ma Ravelli mi rispose che aveva già dato la sua parola. Mi portò a conoscerli. Massimiliano Cattaneo nel suo ufficio. Serena Manzin in Comune e Patrizia Digirolamo a casa di Sarto. Di lei conoscevo il marito Domenichini perché aveva collaborato con la lista in campagna elettorale.La sera della presentazione in sezione vi fu un grande imbarazzo per come erano stati calati dall’alto. Dopo le elezioni, infatti, vi era stato un totale black out nei confronti di tutti”.
Secondo Costantino sono state tradite sul nascere le attese di rinnovamento di quanti avevano partecipato con entusiasmo alla nascita della lista civica. “Avevamo un programma incentrato sulla trasparenza, la condivisione delle scelte, la meritocrazia, metri cubi zero, la valorizzazione del territorio e del commercio cittadino perciò quello che ci aveva unito era stata soprattutto la battaglia contro il centro commerciale”. In particolare Costantino si riferisce a Cattaneo e a Digirolamo perché nelle riunioni della prima ora aveva conosciuto il padre dell’assessore, Roberto, costruttore, le cui tesi appoggiate sempre da Domenichini lo avevano portato a chiedere a Ravelli l’allontanamento dei due. Ora invece si ritrovava nella giunta i rispettivi parenti. E’ l’inizio dell’incrinatura.
“Il nostro programma era nato dal basso con la scelta condivisa perfino sul nome dell’associazione – ha proseguito Costantino – per cui la nostra delusione è cresciuta quando il gruppo di Manuel Foglio appellandosi alla privacy ha votato control’anagrafe degli eletti che invece era fra i nostri punti cardine. Altra questione che ci ha divisi è stata la volontà di voler sostituire l’attuale segretario comunale Locandro con Giammarrusti di cui in Internet si può reperire una condanna”. Ancora prima, nelle riunioni di giunta, volendo rispettare il programma sul contenimento dei costi della politica il vice sindaco avrebbe chiesto di ridurre le spese a cominciare dai telefonini e si scontra con la Digirolamo chiedeva un computer portatile e del software costoso per il suo lavoro. Voleva restituire il 20% di tarsu ai cittadini ma pare che la giunta non fosse d’accordo per problemi di Peg.
Sarebbe nato uno scontro pure per la costituzione del comune come parte civile contro il giardiniere Parolo: “Io e Locandro – dice Costantino – dovemmo convincere gli assessori che si rifiutavano perché altrimenti l’amministrazione sarebbe risultata contumace. Capii che erano assessori collidenti con il programma di Arese Futuro per il quale avevamo preso i voti e quindi chiesi l’azzeramento della giunta”.
Ombretta T. Rinieri
(‘Il Notiziario’ 5 ottobre 2012 – pag.65)
Sentenza della Corte dei Conti di condanna di Giammarrusti e del Comune di Limbiate
Pietro Ficarra torna nel 2010 dirigente del Comune di Limbiate
Il sindaco di Limbiate Romeo condannato a risarcire il Comune
La notizia sul Corriere della Sera