L’Asl presenta il Documento di programmazione: distretti in rete, nessun presidio verrà chiuso
16 Marzo 2012 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, Cronaca, Sanitaria |
RHO – Il direttore dell’Asl Milano 1 Giorgio Scivoletto, congiuntamente al direttore dell’Azienda ospedaliera “Salvini” Ermenegildo Maltagliati e ai presidenti dei consigli di rappresentanza dei sindaci dei distretti rhodense e garbagnatese, rispettivamente Pietro Romano e Roberto Della Rovere ha presentato nei giorni scorsi alla stampa il documento di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio-sanitari offerti dall’Asl sul territorio quest’anno.
Stilato con la collaborazione degli enti locali, dei medici di medicina generale, dei pediatri di famiglia, dei direttori ospedalieri, dei sindacati e con gli operatori del terzo settore il piano definisce le priorità dei servizi in grado di rispondere ai bisogni di cura della popolazione in un quadro economico di riferimento per il quale le risorse disponibili sono destinate per il 55% alla cura dei cronici e per il 45 a quella degli acuti negli ospedali. Il documento sarà anche un caposaldo per la redazione della quarta edizione dei Piani di Zona.
Fra dicembre e gennaio gli attori hanno tenuto incontri intensi e ravvicinati (circa un centinaio) in modo da individuare l’offerta adeguata. “Il metodo seguito – ha spiegato Scivoletto – è partito dall’ascolto del cittadino, passando dall’analisi del bisogno finendo con l’individuazione delle risposte. All’interno del documento vi è anche un’analisi sulla salute distrettuale (mortalità, natalità, malattie, offerte di cura ecc.) e si è tenuto conto degli ambiti specifici di cura, assistenza e ambiente (di vita, lavoro, comunità, luoghi di socializzazione). In particolare sulla tematica del lavoro si è prestata attenzione al tema della sicurezza, mentre per quanto riguarda i luoghi si sono analizzati l’acquisto e il consumo di cibo, anche in vista dei cantieri per l’“Expo 2015”.
Spesso il malato ha qualcuno che lo deve curare e perciò si è spostata l’attenzione dalla cura al prendersi cura. Altri aspetti hanno riguardato la tecnologia che consentendo di telefonare o di collegarsi a internet evita all’utente lunghe file agli sportelli.
Quest’anno la prevenzione sarà intesa in due sensi: quella riferita alla salute e quella riferita all’ambiente. Nel primo caso saranno tenuti sotto controllo le malattie cerebro-vascolari, il tumore del colon retto, della mammella e della cervice uterina, i corretti stili di vita dei ragazzi in riferimento alla loro sessualità e a come proteggerla da malattie gravi come l’aids. Saranno incentivati i gruppi di cammino, l’allattamento materno e l’ipovitaminosi. Insieme ai pediatri si terrà sotto controllo la depressione post partum sia di donne che di uomini. Per quanto riguarda le emergenze ambientali verrà contenuta e controllata la rimozione dell’amianto e quella del random.
Le emergenze riguardano i pronti soccorso, la semplificazione e le dimissioni protette. Nelle urgenze si cercherà di ridurre le criticità dei codici bianchi dirottando i pazienti sulla guardia medica e di lavorare maggiormente con i pediatri per aumentare la somministrazione pediatrica. Per alleggerire gli sportelli certe terapie potranno essere date direttamente per via telematica (per esempio gli ausilii per il diabete, le protesi, i tesserini di esenzione per redditi, le invalidità civili). Le dimissioni ospedaliere saranno accompagnate da una continua assistenza domiciliare medica e sociale in termini di cure e protesi per evitare che il malato una volta a casa si venga a trovare in un buco sanitario. Gruppi di medici associati seguiranno meglio i malati cronici.
“All’inizio della mia nomina nel gennaio 2010 ho incontrato delle criticità con l’ospedale di Rho – ha raccontato Maltagliati – e difficoltà nella riorganizzazione del distretto di Bollate dove ho dovuto eliminare il reparto di ostetricia per accorparlo a Garbagnate. Non è stato un mio vezzo ma la consapevolezza che quel reparto lavorava a regime ridotto. Ciò ha però consentito di aumentare i posti letto di 30-40 unità nonostante una riduzione dei finanziamenti e del personale. Tutti i presidi rimarranno e nessuno verrà chiuso. Nel periodo medio-lungo si tenderà a rimanere in rete per le eccellenze. E’ un momento un po’ particolare perché io e Scivoletto collaborando molto bene insieme stiamo avviando progetti utili per il territorio. Per esempio uno riguarda l’ospedale di Passirana, che verrà evoluto nei prossimi anni verso il paziente anziano e fragile (accoglienza e ascolto) e lì verrà creato il Polo Inail. Perché oggi gli infortunati sul lavoro quando perdono un arto devono andare fuori dalla Lombardia per la cura e la riabilitazione. Passirana diventerà in tal senso un punto di attrazione”.
“Siamo in un periodo di assoluta carenza di risorse – ha ricordato Romano – quest’anno per esempio viene meno il fondo per la non sufficienza e si rischia di non rispondere in un momento di crisi ai bisogni che sono sempre più forti. E’ importante mantenere il livello dei servizi. Per fare ciò il documento punta all’integrazione dei servizi sociali con l’asl perché spesso vi sono competenze a cavallo tra i servizi sociali e la sanità. Questa è la sfida cui si è di fronte e che bisognerà cercare di vincere”.
“Sono un po’ il veterano dell’assemblea dei sindaci – ha sottolineato Della Rovere – perché mi occupo dei servizi socio sanitari dal 1997. In questo ultimo periodo, con Scivoletto e Maltagliati, si è passati dal concetto di informazione a quello di condivisione, che è un salto di qualità notevole. Ho avuto modo di vedere che l’interrelazione dell’asl è maggiore sia con i comuni che con gli ospedali. Si è iniziato a ragionare sugli sviluppi del territorio per vedere i rapporti sinergici che si potevano mettere in campo, in modo tale da ottimizzare le risorse esistenti. Spesso la parola ottimizzare significa tagliare, ma si cercherà di non farlo. Nel distretto di Garbagnate le nostre strutture sono in anticipazione di cassa e ciò significa l’applicazione da parte delle banche di interessi che andranno ad accrescere la quota che i comuni dovranno elevare per l’erogazione dei servizi. Siccome le banche non applicano interessi filantropici, finirà che qualcuno dovrà pagare e alla fine chi paga è sempre il cittadino-utente. Per evitare tale sofferenza bisognerà agire insieme affinché vi sia un rispetto preciso delle scadenze. Sono molto preoccupato per questa situazione socio-economica che si sta vivendo a causa della crisi che richiederà un notevole sforzo a fronte di un taglio ulteriore dei trasferimenti”.
Ombretta T. Rinieri
(‘Il Notiziario – 16 marzo 2012 – pag. 70)