Ecco il racconto di Anoia e Malingambi su quei convulsi giorni
27 Gennaio 2012 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Centro sportivo Arese, Inchieste |
I parte
ARESE – “Nell’estate 2010 ci siamo ritrovati con un bando che ci estraniava dalla gestione dello sport e siamo stati costretti da fondazione e dall’amministrazione comunale a cercare una mediazione con Intese per tentare di salvare la stagione 2010-2011, che doveva partire con il primo di settembre. Ma i nostri contatti con il procuratore della società Alessandro Chiappini avvennero verso fine luglio. Non prima e mai negli uffici del sindaco Fornaro”. Giovanna Anoia, ancora vice presidente del Ccsa e responsabile della pallavolo (170 atleti che oggi giocano sparsi nei comuni di Arluno, Barbaiana, Novate e Arese) inizia così la sua ricostruzione degli avvenimenti di quei mesi, smentendo Paolo Esposito, ai tempi anch’esso vice presidente del Ccsa divenuto ai primi di agosto 2010 amministratore unico di Arese Sport in società con Chiappini. “Cercavamo di capire come si poteva lavorare insieme – continua Anoia – gestendo la nostra attività e incamerando i nostri soldi. Cosa che Chiappini non voleva assolutamente”. “Noi a giugno – dice Alfredo Malingambi, ex direttore generale del Ccsa che insieme ad Anoia si è trovato a tenere i contatti con comune e fondazione in assenza del presidente Sabatino Buonacorsi all’estero in vacanza – abbiamo avuto contatti solo con fondazione e l’amministrazione comunale con i quali io e Anoia eravamo già in trattative prima di giugno per ricevere in carico la gestione dello sport. Esposito divenne vice presidente solo con l’elezione del 14 giugno, quando Nestri venne ‘defenestrato’. Dopo la sua elezione si unì a noi anche Esposito e facemmo degli incontri pressoché con Fornaro, il segretario Fratantoni e gli assessori Salvatore Crisafulli e Domenico Congedo. Una volta anche con una dirigente del comune, Rosella Paganini. Ma Chiappini non c’è mai stato”.
La prima volta Anoia conosce il procuratore di Intese verso la fine di luglio negli uffici di Tc Sistema. “Fornaro mi aveva chiamato al telefono sollecitandomi a conoscere la società che avrebbe dovuto ristrutturare il centro sportivo – spiega Anoia – e in qualità di vice presidente del Ccsa e in assenza di Buonacorsi andai a Caronno Pertusella. Mi fece un’impressione strana: ambiente deserto, nessuna macchina, nessun dipendente. Spiegai a Chiappini i progetti del Ccsa dicendogli che eravamo una polisportiva formata da volontari che percepivano un rimborso, tranne le 2 o 3 persone stipendiate della segreteria. A detta di Chiappini Intese doveva subentrare nel centro con un accordo di Fornaro per creare nuove strutture e riqualificare le vecchie e che noi avremmo dovuto continuare a fare lo sport. Per me l’appuntamento era improntato sulla necessità di conoscere le esigente tecniche sportive per cui anche ristrutturare una palestra dovesse rispettare una tempistica che permettesse allo sport di continuare. Mentre l’incontro tra Chiappini e tutto lo staff del consiglio direttivo del Ccsa avvenne a settembre”. Nel frattempo l’amministrazione comunale sembrava essersi defilata e la lettera firmata da Fornaro e Congedo che garantiva al Ccsa la gestione sportiva 2010-2011 aveva perso valore. “Dicevano – spiegano Anoia e Malingambi – che non valeva più perché era stata firmata da Fornaro e non dal presidente di Fondazione Pierluigi Pogliani che aveva il mandato dal Comune di gestire il centro sportivo. In automatico la lettera non doveva essere firmata dal sindaco ma da Pogliani. Tutto si svolse in agosto. Il 3 Esposito ci fece la sorpresa di fondare con Chiappini Arese Sport. Non fu facile lavorare in agosto perché tutti erano in vacanza. Ma le attività sportive il primo di settembre iniziavano”. (I parte)
Ombretta T. Rinieri
‘Il Notiziario’ 27 gennaio 2012 – pag. 71