Scuola media nelle mani dello Stato
6 Dicembre 2011 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, Cronaca, Scuola |
Flashback – giunta Fornaro n. 49 – continua
di Ombretta T. Rinieri
‘Prealpina’ 21 febbraio 2010 – pag. 20
Il presidente del Consiglio d’Istituto replica alle preoccupazioni dei genitori
ARESE – La scuola secondaria di primo grado di Arese sta soffrendo per il cronico ritardo con cui il Ministero dell’Istruzione provvede allo stanziamento dei fondi necessari al suo funzionamento. In particolare gli insegnanti, che da oltre due anni sono in credito per quanto riguarda le loro ore eccedenti, hanno bloccato dall’inizio dell’anno scolastico ogni contributo che non sia strettamente necessario. Perciò sono saltati le uscite didattiche, le gite scolastiche e l’accompagnamento agli stage d’orientamento presso gli istituti superiori dei ragazzi di terza media. Non solo, per la mancata nomina di alcuni docenti e per le malattie inferiori ai quindici giorni di quelli in carica, accade abbastanza spesso che il gruppo classe venga frazionato e spostato in altre aule dove si sta facendo lezione con conseguente sovraffollamento e dispersione didattica.
La situazione è stata sottoposta mesi fa all’attenzione dell’Amministrazione comunale da parte di un gruppo di genitori promotori di una petizione che ha raccolto oltre duecento firme. Le famiglie degli alunni residenti avevano chiesto un intervento di sostegno in grado di supplire ai disagi organizzativi e didattici che si protraggono dal settembre 2009. Ora, dopo la cortese ma negativa risposta dell’assessore all’istruzione Livio Braga (la questione non rientrerebbe fra le competenze), è giunta ai genitori anche la risposta del Consiglio d’istituto.
La lettera, a firma del presidente Sergio Farotto, solidarizza con le famiglie: “Comprendiamo e condividiamo la lecita preoccupazione – scrive – Il mancato trasferimento di fondi dallo Stato crea disagi non indifferenti a molti: il credito della scuola nei confronti del Ministero per attività scolastiche ed exta-scolastiche ha messo in difficoltà persino la gestione quotidiana delle risorse. Facciamo presente che parte del credito nei confronti dello Stato è stato parzialmente coperto con un trasferimento di circa 40mila euro”. Segue una presa di posizione volta a chiarire l’estraneità del comune nell’intera vicenda: “Il Consiglio d’Istituto tiene a precisare – continua lo scritto – che l’Amministrazione comunale aresina cui è stata indirizzata la vostra lettera, supporta e ha supportato anche in passato, in modo efficace, sia economicamente che come presenza, il Consiglio e il dirigente scolastico nelle programmazioni previste, con un importante contributo denominato “Diritto allo Studio”. Il Consiglio d’Istituto farà comunque tutto il possibile per richiamare l’Amministrazione statale ad adempiere ai propri compiti, nel rispetto delle proprie scelte e competenze, avendo ben presente il quadro generale di crisi economica e di generale diminuzione dei fondi a disposizione della scuola pubblica italiana”.
Rivolto ai residenti, la lettera continua: “Il Consiglio d’Istituto ha manifestato l’impegno a garantire alla comunità aresina le prestazioni e i servizi adeguati per mantenere e laddove possibile migliorare il modello educativo di qualità, compatibilmente con le risorse disponibili” e termina con il ringraziare i genitori per la loro preziosa segnalazione e disponibilità e sensibilità a collaborare partecipando alle problematiche scolastiche. Purtroppo, è l’amara considerazione, il cortese scambio di missive salva la forma e non la sostanza e lascia fuori le decine di famiglie di alunni non residenti che in funzione dell’eliminazione dei bacini d’utenza hanno scelto la scuola di Arese per i propri figli e che con la loro iscrizione contribuiscono al mantenimento delle cattedre e alla dotazione economica necessaria al suo funzionamento.