I sassolini nelle scarpe di Erika Seeber
31 Ottobre 2011 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Giudiziaria, Locale, Politica |
Secondo l’ex assessore, l’Udc é fuori dal patto elettorale, perché eletti tra le fila della minoranza senza apparentamento ‘Meglio andare alle urne’
ARESE – Ha diligentemente portato a termine il suo compito portando in consiglio comunale le variazioni di bilancio e poi si è dimessa dalla carica di assessore al bilancio “perché è venuta a mancare la necessaria serenità”. Così in consiglio comunale il 27 settembre scorso.
Erika Seeber, quadrata come le sue origini trentine, era in contrasto all’interno della giunta Fornaro almeno da una anno per una serie di questioni e, dopo l’uscita della Lega dalla maggioranza con il Pdl e il precipitare dell’indagine a carico del sindaco, ha rassegnato (a ruota dopo i colleghi Andrea Bartolini e Massimiliano Seregni) le sue dimissioni non appena gli adempimenti burocratici glielo hanno permesso.
Racconta i retroscena delle difficoltà nel cercare di cambiare le decisioni politiche andavano contro al programma elettorale Pdl-Lega approvato dalla maggioranza. Ed è proprio a partire dall’attuale posizione dell’Udc, che dall’indomani degli arresti domiciliari di Gianluigi Fornaro ricopre con Carlo Giudici le funzioni di sindaco, che Erika Seeber non si sente in sintonia con il mandato degli elettori.
“La delibera sugli equilibri di bilancio doveva tassativamente essere approvata entro il 30 settembre perché altrimenti è come se non fosse stato approvato il bilancio di previsione. Il prefetto concede un tempo di venti giorni passato il quale il consiglio comunale viene sciolto e arriva un commissario. Nel frattempo tutta la macchina comunale si ferma perché in mancanza degli equilibri non può essere speso un soldo e non può essere erogato un servizio. Portare la delibera all’approvazione è stato per me un atto di responsabilità. Mi sono stupita che l’ex sindaco Gino Perferi abbia invece detto che non vi fosse fretta per approvarla. Quanto al fatto che l’Udc parli di rispetto del patto con i cittadini per giustificare il fatto di fornire i numeri affinché resti in piedi la giunta, vorrei ricordare che il patto con i cittadini fu stipulato nel 2009 dalla cordata Pdl-Lega Nord. L’Udc, pur avendo approvato il programma elettorale al ballottaggio, non ha mai fatto l’apparentamento ufficiale. Nelle liste prefettizie i suoi consiglieri risultano ancora oggi fra le fila della minoranza. Pertanto, per come la vedo io, una volta uscita la Lega dalla coalizione non esiste più alcun patto e si dovrebbe andare a elezioni. E’ un’assurdità il fatto che Carlo Giudici, sconfitto al primo turno come candidato sindaco, oggi ne ricopra le funzioni insieme con le deleghe a edilizia privata, urbanistica, bilancio, lavori pubblici, personale, servizi demografici, affari istituzionali e rapporti con gli menti esterni e che l’assessore Domenico Congedo (sempre Udc, ndr) lo affianchi alla pubblica istruzione. In pratica adesso il sindaco è della minoranza, perché ufficialmente l’Udc è della minoranza anche se con il ballottaggio ha sottoscritto il nostro programma elettorale. Ma non ha mai fatto l’apparentamento. Se i cittadini volevano Giudici come sindaco lo avrebbero votato al 51 per cento”.
Ma al di là del settembre nero aresino, che Erika Seeber fosse all’interno della giunta Fornaro voce critica era cosa nota. Perlomeno dal ritiro e riconsegna delle deleghe avvenuto un anno fa nello spazio di una notte. Perché?
“Perché inizialmente mi sono messa un po’ contro ad alcune decisioni che si stavano prendendo e che non rientravano nei patti elettorali. Tutto è nato quando venne fuori l’idea da parte dell’assessore Salvatore Crisafulli di costruire un nuovo municipio. Poi di spostare la casa di riposo nel Parco Einaudi per non parlare delle successive scelte sul centro sportivo. Ero contraria e così mi sono creata dei nemici che una volta alla settimana cercavano di farmi fuori. Sono riuscita a sopravvivere solo grazie al sostegno e al supporto del presidente provinciale Podestà, che è il mio referente all’interno del Pdl e all’appoggio di buona parte dei consiglieri del mio partito che non se la sono sentita di sfiduciarmi per le idee di un assessore tra l’altro non passato per le urne. Le mie sono sempre state valutazioni di buon senso: come si faceva a spendere per un nuovo comune 7 – 8 milioni di euro quando la priorità per la collettività era da sempre la biblioteca? E su questo ci siamo presi dentro per la prima volta. Per quanto riguarda invece la casa di riposo avevo fatto presente che la Gallazzi Vismara era stata donata dagli eredi per realizzarci un ospizio per gli anziani di Arese e che quindi non si poteva dedicare ad altre finalità se non andando contro alla volontà dei donatori. E’ chiaro che con centomila avvocati magari si sarebbe trovata la clausoletta, ma a mio giudizio non era una cosa eticamente e moralmente giusta, oltre al fatto che si erano investiti milioni di euro per la ristrutturazione e che dalla Regione ci avevano già detto che non ci avrebbero dato altri accreditamenti. Come assessore al bilancio non ero d’accordo di avere ogni giorno un’idea diversa perché non potevo fare un minimo di previsioni, E poi il nuovo municipio non era scritto nel nostro programma elettorale”.
Goccia dopo goccia il bicchiere si riempie e l’assessore al bilancio comincia anche a subire pressioni per mandarlo giù. “L’altra questione – racconta – riguarda il centro sportivo. di vista formale. Già dal luglio dell’anno scorso avevo espresso il mio dissenso totale su come erano stati dati gli affidamenti. Ho sempre detto che bisognasse fare una gara pubblica o addirittura un bando europeo. Ma ho ricevuto solo niet con il segretario comunale (passato nei giorni scorsi detto e fatto al comune di Monza, ndr) che ha sempre avvallato tutti gli atti. Ma io avevo letto attentamente il parere richiesto dall’opposizione all’avvocato Dipietro e mi ero convinta che c’era qualcosa che non quadrava. Lì mi sono scontrata e devo dire che ho subito pressioni. Devo dire che allora pensavo ancora che il tutto venisse fatto con leggerezza ma in buona fede. Siccome era solo una presa d’atto, mi sono adeguata. Dopodiché nell’ultimo anno sono venuti a meno i contratti ricognitivi e tutta una serie di atti dovuti. Ho chiesto documentazione e non m i è stata data. E anche qui per il segretario Frattantoni andava sempre tutto bene ed è anche con lui che io ho avuto tantissimi scontri”.
Insomma un’Erika Seeber vera e propria spina nel fianco della giunta Fornaro, impegnata dal di dentro a cercare di raddrizzare scelte da una parte fuori dal mandato elettorale e dall’altra anche discutibili, come le vicende aresine delle ultime settimane pare dimostrino. Posizioni, per la verità, che a spot filtravano anche al di fuori dall’ambiente amministrativo ma che non trovavano conferma nelle versioni ufficiali. Fino ad arrivare all’indagine che ha colpito il primo cittadino sulla Smg. Anche se non è stata precisamente questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
“Il fatto che sia agli arresti – dice Erika Seeber – ha inciso nella mia decisione, ma non è stata la causa principale, perché la magistratura farà il suo corso e in Italia si è innocenti fino a prova contraria. Ciò che mi ha indotta a uscire dalla giunta è stato l’accumulo di questioni come il centro sportivo e la pressione cui sono stata sottoposta. Non è possibile che Alessandro Chiappini (procuratore di Intese,ndr), gestisca un bene pubblico in modo privatistico e sfidi l’amministrazione impedendo ai bambini di giocare in un’area loro dedicata lasciandoci dei gonfiabili sgonfi nonostante i ripetuti inviti a rimuoverli! Poi dopo l’uscita della Lega è venuto a meno il patto con gli elettori e bisogna essere sufficientemente responsabili di rimettersi ancora al voto dei cittadini. Con L’Expo che avanza, la riqualificazione dell’ex Alfa Romeo cui provvedere e la trasformazione del territorio in atto, Arese non può avere una giunta traballante di tre assessori”.
Ombretta T. Rinieri
‘Il Notiziario’ 7 ottobre 2011 – pag. 70