Chiappini: bollette astronomiche a causa dei contatori starati
22 Luglio 2011 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Centro sportivo Arese, Inchieste |
‘Noi in Fondazione non siamo soci, siamo partner’, e sembra che sul fondo della piscina ci fosse una perdita d’acqua
ARESE – Il procuratore di Intese Chiappini ha la tipica calma dei romani. Ha ascoltato con calma tutte le recriminazioni del Pd nei confronti della società che rappresenta, non si è scomposto neanche un po’ e con sorriso sornione si è concesso volentieri ai cronisti ai fine consiglio comunale, che visto la difficoltà ad “acchiapparlo” normalmente, non si sono lasciati sfuggire l’occasione. E qualcosa di interessante Chiappini ha detto. A cominciare dalle accuse di essere in Facs controllore e controllato.
“Noi in Fondazione non siamo soci. Siamo partner dentro a un progetto speciale. Per cui non abbiamo in Facs alcun tipo di interesse. Parlando da cittadino penso che la Lega Nord avrebbe dovuto esserci come hanno fatto l’onorevole Calaminici e l’ex capogruppo del Pd Augurusa. Perché porsi sempre fuori dallo schieramento istituzionale quando si deve andare contro una decisione? Potevano mostrare il proprio dissenso in consiglio comunale ma hanno preferito un volantino”.
Ad Augurusa che parla di danno erariale e di porre fine al più presto al rapporto con Intese, Chiappini risponde indirettamente: “Fondazione ha fatto un capitolato. Noi abbiamo presentato una manifestazione d’interesse. Con l’assegnazione, visto che noi abbiamo fatto una proposta irrevocabile, è stato firmato il contratto. Non possiamo tirarci indietro. Manca il regolamento attuativo che dovrebbe essere generato da Facs, approvato dalla Giunta e presentato in consiglio comunale. Ma tutti questi passi si sono fermati per gli esponenti politici che sono usciti dalla fondazione determinando il blocco del consiglio d’indirizzo”.
Sulla partecipazione di Chiappini nelle società che gestiscono lo sport al “Davide Ancilotto”, Chiappini afferma: “Nel contratto si afferma che fra gli atti da svolgere vi erano quelli di finanziare i nostri costi o trovare chi li finanziasse, le operazioni sportive. Nel momento in cui ad Arese abbiamo trovato le persone con cui stipulare gli accordi per finanziare lo abbiamo fatto. Lo abbiamo fatto anche con il Ccsa per il basket al quale Intese ha portato un finanziatore che ha messo lì 7mila euro e che gli ha pagato dieci mesi di stipendio. Dopodiché loro ci hanno litigato. Alle altre società abbiamo dato un amministratore unico. Peraltro tutti di provenienza del Ccsa, perché Mantegazza era un istruttore del Ccsa che però era costretto a operare per la maggior parte a Bollate pur essendo aresino. Paolo Esposito era il vice presidente del Ccsa e responsabile del tennis. Purtroppo Intese non può stanziare direttamente dei fondi. Lo sta facendo attraverso suoi esponenti”.
Sul nodo cruciale dei contatori del gas intestati ad Arese Sport anziché a Intese, Chiappini chiarisce: “ Arese sport si è assunta l’onere di intestarsi le fatture nel momento in cui Facs ha dovuto volturare il contratto. Il profilo giuridico di fondazione non era compatibile per tipologia di contratto con quello di Intese. Non sarebbe potuto esserci la voltura diretta. Ora con il presidente di Smg Azzola si sta lavorando alacremente per proporre congiuntamente una possibile soluzione che tuteli entrambi perché il problema non è neanche più tra Arese Sport e Smg, ma è verso Enel secondo cui i contatori erano starati mentre due della piscina erano inidonei a rilevare la potenza di gas erogata. Venivano conteggiate bollette per 5mila euro che non avevano alcun senso. Perciò a maggio sono stati tolti tutti i contatori, anche se la richiesta di Arese Sport era di gennaio. E fino a gennaio, quando è stata avanzata la richiesta, le bollette sono state tutte pagate”. Come si è tutelata Smg? “Non ha fatto nulla finché non è iniziato il contenzioso. Però non è Smg. E’ stata un’iniziativa privata del direttore di Smg”.
Un altro problema che ha riguardato le utenze è relativo all’acqua. Sembra che da anni ci fosse sul fondo della piscina una falla lunga 12,5 metri e larga 80 centimetri con acqua mista a cloro che andava direttamente nel sottosuolo. La vasca compensata con immissione diretta di acqua potabile con un conteggio di 300 metri cubi al mese. Intese si è resa conto che a differenza di quello che aveva periziato un consulente esterno dell’ufficio lavori pubblici, il problema non era sull’impianto di filtraggio o sugli scolmatori, ma della falla. Il problema è che immettendo acqua dalla rete venivano alterati in piscina il PH, il cloro e le colonie batteriche. Al Comune era arrivata la richiesta da parte dell’Asl di chiudere la piscina. L’intervento di ripristino è costato un’ottantina di mila euro, perché poi il mosaico del fondo è un mosaico di Bisanza molto costoso.
Ombretta T. Rinieri
‘Il Notiziario’ – 22 luglio 2011 – pag. 56