Le donne oggetto della pubblicità
10 Febbraio 2011 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Analisi/Opinioni, Cronaca, Sociale |
Da anni la pubblicita’ mercifica volutamente il corpo femminile abbinandolo a oggetti da acquistare. Riprese e tagli fotografici di seno e lato b contribuiscono al messaggio, perché presi a se stante, spersonalizzano la donna e la riducono a merce. Le immagini dicono più di mille parole. Arrivano a chiunque senza distinzioni d’età e cultura e, in pochi istanti, possono lanciare messaggi o slogan negativi. Istigare alla sopraffazione se non anche alla violenza. Spesso la pubblicità rimanda a donne lascive, intriganti, disponibili, superficiali, acefale.
Sono belle come la macchina. Sensuali come il profumo. Dolci come le torte. Ma anche belle e al fianco di uomini ricchi: nella villa di campagna, alle feste nei castelli, ai cocktail in città. Eccetera, eccetera, eccetera. Oggi sull’onda del caso ‘Ruby’ la politica monta in cattedra. Ma dov’é stata finora per evitare questo mercificio?