Speculazioni sull’area ex Alfa Romeo: in una denuncia dello Slai Cobas ritornano in auge le trasversalità
3 Dicembre 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Cronaca, ex Alfa Romeo, Expo, Sindacale |
AGGIORNAMENTO: sentenza per la microspia trovata nell’ufficio di Giuseppe Sala
Nel comunicato stampa dello Slai Cobas, sotto questo aggiornamento riportato, si menziona la vicenda della microspia trovata il 7 settembre 2009 nell’ufficio del city manager del comune di Milano Giuseppe Sala all’epoca della giunta Moratti per la quale erano stati rinviati a giudizio i signori Angela Di Marzo, Giuseppe Angelo Di Marzo e L.F. e per la quale il Comune di Milano si era costituito parte civile.
In data 29 agosto 2012 è stata pubblicata la sentenza con cui il Tribunale di Milano ha assolto tutti gli imputati dai “reati loro ascritti perché il fatto non sussiste”, emessa il 31 maggio 2012.
La microspia, in realtà un registratore audio, dotato di un ricevitore radio FM, di batteria e di memoria digitale da 1 GByte alloggiato in una spypen, era stata ritrovata da L.F. durante un’operazione di bonifica commissionata dal comune alla società Adm srl dei Di Marzo. Il circuito elettronico poteva essere utilizzato alternativamente in modalità registrazione o in modalità ricezione, con una capacità media di registrazione di circa sette ore. Una volta ritrovata, la spypen era stata sigillata in una busta custodita nella cassaforte dell’Adm. Successivamente, la perizia giudiziaria accertava nel dispositivo tracce di file cancellati.
Inoltre, lo stesso giorno della bonifica, erano stati rinvenuti pure dei residui di scotch sotto la finestra dell’ufficio di Sala facendo ipotizzare la precedente di un’altra microspia.
Nel corso delle indagini, il pubblico ministero ha poi accertato che due degli indagati avevano precedenti penali per fatti simili e che il terzo era in possesso di una spypen in grado anche di videoregistrare. Il pm con una serie di altri collegamenti, fra cui il fatto che l’allora segretario del comune Mele aveva proposto una bonifica ambientale nell’ufficio di Sala (pur non essendo un esperto di sicurezza) dando l’affidamento diretto dell’incarico alla Adm della Di Marzo senza eseguire un precedente appalto, che i due si conoscessero e che il costo del servizio fosse irrisorio, ha tratto quale conclusione che il ritrovamento del dispositivo fosse una simulazione da parte degli imputati per ottenere dal comune di Milano altri incarichi nell’ambito della sicurezza.
Tesi accusatoria che non ha convinto il giudice il quale nelle sue motivazioni ha scritto “che non può dirsi che in questo modo la ditta si sarebbe accreditata presso il comune di Milano al fine di ricevere altri incarichi, perché “la stessa non aveva alcun bisogno di farsi conoscere in tale ambito in quanto la sua titolare era già personalmente nota al segretario generale come persona affidabile, che aveva già svolto incarichi delicati per diverse autorità…” e che per la bonifica ambientale non era stata la Di Marzo a proporsi, “ma glielo aveva chiesto – raccomandandole di tenere bassi i costi – lo stesso segretario generale”.
Il giudice ha riconosciuto come “certamente anomali il fatto che la bonifica delle stanze della Direzione Generale del comune di Milano sia stata affidata direttamente alla Adm (peraltro ditta non specializzata nello specifico ambito), senza prima operare una verifica dei prezzi di mercato e accertare quali fossero le ditte maggiormente qualificate nel settore”.
Ma ha anche ritenuto che “in mancanza di elementi indicati di altre oscure ragioni, tale condotta può essere attribuita a mera superficialità piuttosto che a indebiti accordi tra il Mele e la Di Marzo per favorire quest’ultima …”. “Può essere – aggiunge più avanti il giudice monocratico – che il collocamento della c.d. microspia sia avvenuto ad opera di persone gravitanti nell’ambiente del comune di Milano a propri fini o per fini altrui. E’ possibile che vi fossero soggetti interessati a conoscere particolari dell’attività svolta in quel periodo dal Direttore Generale definita dallo stesso dott. Mele “delicata” in quanto attinente alle linee strategiche del piano di governo”.
Il giudice ha poi considerato favorevolmente il comportamento tenuto dalla Di Marzo in sede di bonifica, che una volta ritrovato il dispositivo ha interrotto subito le operazioni e avvertito il Direttore Generale della scoperta della microspia, fatte le fotografie, chiesto consiglio al comandante provinciale dei carabinieri di Milano “da lei conosciuto personalmente”.
Diverse le considerazioni riguardo ai dipendenti comunali. Scrive il giudice nelle sue motivazioni: “Non si sono, invece, comportati in modo altrettanto lineare i funzionari del comune interessati: infatti gli stessi hanno preso inizialmente tempo – probabilmente allo scopo di evitare la fuoriuscita di notizie scandalistiche – e hanno provveduto a presentare denuncia soltanto nei giorni successivi. Tale comportamento ha di fatto impedito di eseguire un immediato sopralluogo a cura di sezioni di P.G. specializzate, di cautelare l’ufficio interessato, di rilevare eventuali impronte digitali e di ispezionare i computer dei dipendenti del Comune che erano a maggiore contatto con il Direttore Generale. In secondo luogo, le intercettazioni telefoniche eseguite nei confronti degli imputati hanno dato esito negativo, esito parimenti negativo hanno avuto le indagini sui computer e sugli altri dispositivi elettronici rinvenuti in possesso degli imputati non essendo stato accertato alcun inserimento sugli stessi di congegni dotati di porta Usb all’ora e alla data di creazione dei files di sistema rinvenuti nella memoria della microspia”.
N’ è conseguita la sentenza assolutoria: “ Alla luce di tutte le osservazioni svolte gli imputati devono essere assolti dai reati loro contestati ai sensi dell’art. 530 co. 2 cpp perché il fatto non sussiste”.
NOTA GIORNALISTICA: E’ stato quindi accertato che Giuseppe Sala sia stato spiato proprio nel periodo durante il quale il Comune di Milano prendeva importanti decisioni sul piano del governo del territorio con riferimento anche alle aree Expo e Alfa Romeo.
Non è emerso dalla sentenza cosa avesse indotto il segretario comunale Mele ad avere il sospetto che Sala fosse spiato tanto da indurlo a chiedere una bonifica ambientale dell’ufficio del direttore generale e come mai i funzionari del comune non abbiano proceduto nella maniera che secondo il giudice sarebbe stata giuridicamente più opportuna.
E oscuri, purtroppo, sono rimasti i responsabili dell’intercettazione.
Ombretta T. Rinieri
I COMUNICATI DEI COBAS
ARESE – (o.t.r.) – Lo Slai Cobas ha emesso un comunicato stampa (di seguito riportato integralmente) con cui denuncia un pesante conflitto d’interesse in atto da anni sull’area ex Alfa Romeo tra sindacati confederali, società legate a partiti di tutti i colori, vari imprenditori ed esponenti politici. La stessa denuncia, forte, é stata fatta a viva voce dall’esponente Cobas Corrado Delle Donne il 26 novembre 2010 nel corso dell’assemblea pubblica ad Arese organizzata dal Coordinamento dei Comitati ‘Un altro Accordo é possibile’ e da Legambiente senza che alcuno in auditorium ne contradicesse le affermazioni. Anzi, ottenendo il diretto plauso del sindaco aresino Gianluigi Fornaro.
Testo del comunicato
INCREDIBILE MA VERO !
CGIL CISL UIL ACLI con UNIPOL e LEGA COOP
sono PADRONI dell’ALFA ROMEO di ARESE
assieme a FIAT, IntesaSanpaolo, BRUNELLI e AIG.
BASTA PRESE IN GIRO !
Lo Slai Cobas chiede un incontro immediato con tutti i padroni
per il ritiro dei 62 licenziamenti, per il rientro dei cassintegrati, per evitare la speculazione sull’area dell’Alfa Romeo e per dare una prospettiva di lavoro ai giovani della zona.
Nel 2005 lo Slai Cobas e i cassintegrati dell’Alfa andarono a Brescia per incontrare EMILIO GNUTTI, il finanziere d’assalto bresciano, e gli chiesero chi c’era dietro le segrete fiduciarie di Gnutti, Fiorani e Consorte (UNIPOL) che nel 2000, nascoste dietro l’on. Riccardo Conti di Brescia (già braccio destro di Buttiglione), hanno “comprato” tutta l’area dell’Alfa di Arese.
Allora lui ci rispose:
“non vi dico chi c’è dietro se no vi vergognate, non tanto voi quanto gli altri sindacati”.
In questi anni abbiamo visto che ad Arese ha continuato e continua a comandare su tutta l’area innanzitutto la FIAT;
Centro destra e centrosinistra (Formigoni e Penati) sono andati sempre a braccetto, così come tutte le istituzioni, dagli enti locali alla prefettura, agevolando i licenziamenti FIAT e dando via libera ai piani speculativi sull’area (cementificazione totale e mega IPER di BRUNELLI);
CGIL-CISL-UIL non hanno mai seriamente contrastato la FIAT e i piani speculativi.
Ora scopriamo che da almeno un anno CGIL CISL UIL e ACLI, attraverso Lega COOP , UNIPOL ed EUROMILANO (Lega Coop, UNIPOL , IntesaSanpaolo, ACLI-CISL, Brunelli), sono anch’essi ufficialmente proprietari dell’area dell’Alfa Romeo di Arese.
EUROMILANO, secondo il suo sito web, sta progettando i lavori su ben 900.000 mq dell’ALFA con questo “MIX FUNZIONALE”: residenziale 70% e commerciale 30%, il tutto in barba agli accordi sindacali firmati in Regione di mantenimento della destinazione d’uso industriale dell’area di Arese.
Euromilano è anche proprietaria dell’area di Cascina Merlata (650mila mq), adiacente all’EXPO 2015, ed è stata protagonista di alcune fra le più grosse cementificazioni selvagge fatte in questi anni a Milano.
L’amministratore delegato di Euromilano è Alessandro Pasquarelli, della Lega COOP; nelle ultime settimane è spesso all’Alfa di Arese, accompagnato da alcuni progettisti come STEFANO BOERI, mancato candidato sindaco del PD a Milano ed ex progettista di Expo 2015.
CHIEDIAMO A CGIL CISL UIL e ACLI:
Da quanto tempo, direttamente o tramite UNIPOL o altre società, siete comproprietari dell’area dell’Alfa Romeo di Arese?
E’ vero quello che allora ci disse Emilio Gnutti a Brescia?
Perché non avete mai informato i lavoratori e lo Slai Cobas, ben sapendo che anche con voi in REGIONE LOMBARDIA i proprietari dell’area si erano impegnati a comunicare subito i nuovi insediamenti o i cambi di proprietà?
PERCHE’ NON AVETE IMPEDITO L’INSEDIAMENTO AD ARESE DI UNA AZIENDA SPIONISTICA COME INNOVA SERVICE, ora accusata anche di aver messo microspie a Palazzo Marino? PERCHE’ NON FATE RITIRARE SUBITO I 62 LICENZIAMENTI di INNOVA?
Perché non vi siete seriamente opposti alla speculazione della FIAT sull’area?
Perché il bresciano Maurizio Zipponi, oggi dell’IdV, nel 2001 è approdato alla FIOM di Milano e all’Alfa di Arese subito dopo la “vendita” dell’Alfa Romeo ai bresciani GNUTTI e CONTI?
Perché, con un evidente conflitto di interessi, non siete usciti dall’azionariato di società come ad esempio UNIPOL che gestisce anche fondi pensione ecc. , e anzi avete mantenuto vostri responsabili nazionali nei Consigli di Amministrazione come ad esempio ROCCO CARANNANTE, in segreteria nazionale UIL (tesoriere) e nel CdA di UNIPOL?
Arese, 2 dicembre 2010 SLAI COBAS
In allegato:
scheda sui padroni dell’area dell’Alfa Romeo di Arese e comunicato Slai Cobas di 5 anni fa.
Attualmente i proprietari dell’area di oltre 2 milioni di mq dell’ALFA ROMEO di ARESE sono:
FIAT
AGLAR (LEGA COOP, UNIPOL, BRUNELLI-INTESA SANPAOLO-FIAT, ACLI e CISL).
ABP (di AIG-Obama-FIAT).
I COMUNI DI ARESE, GARBAGNATE, LAINATE e RHO.
La FIAT è proprietaria di:
Centro Tecnico, Centro Direzionale e altre aree (ben 300.000 mq, a detta del sindaco di Arese e del capogruppo del PD Augurusa nella assemblea pubblica del 26 novembre scorso ad Arese);
e secondo La Repubblica del 14-10-2010 la FIAT controlla anche l’area di AIG-Obama (altri 650mila mq).
Inoltre la FIAT ha due ex (?) dirigenti di primo piano, LUIGI ARNAUDO e PIETRO POMODORO, al comando della società (AGLAR, già IMMOB. ESTATE SEI) proprietaria di tutta l’Alfa Romeo.
AGLAR è proprietaria al 100% di oltre i 2/3 dei 2miloni di mq dell’area ed è comproprietaria (30% ma con diritto di veto su tutte le operazioni societarie) dell’altro terzo in “proprietà” di ABP (70% di AIG Obama).
Gli attuali azionisti di AGLAR sono:
5,00% MARCO BRUNELLI
15,03% NAZIONALE FIDUCIARIA Spa
79,18% PARTICOM UNO Spa
0,79% RICCARDO CONTI
BRUNELLI è un vecchio amico della FIAT e padrone di Iper, Unes, ecc.
Ad Arese vuol fare il centro commerciale più grande d’Europa, oltre che affari di compravendita.
NAZIONALE FIDUCIARIA è una delle fiduciarie segrete di Gnutti, Fiorani e Consorte (UNIPOL) che nel 2000, nascoste dietro l’on. Riccardo Conti di Brescia (nel corso degli anni DC,UDC, ecc.., e braccio destro di Buttiglione), hanno “comprato” tutta l’area dell’Alfa di Arese.
EMILIO GNUTTI, il finanziere d’assalto bresciano, 4 anni fa disse ai lavoratori dell’Alfa che erano andati a Brescia per chiedergli chi c’era dietro le segrete fiduciarie proprietarie dell’Alfa:
“non vi dico chi c’è dietro se no vi vergognate, non tanto voi quanto gli altri sindacati”.
PARTICOM UNO Spa, è controllata da:
76,19% gruppo CANOVA 2007 S.P.A (LUSSEMBURGO), del Gruppo Brunelli;
23,81% EUROMILANO.
PARTICOM UNO ha il seguente CdA:
MARCO BRUNELLI (Iper, Unes, ecc..), presid. CdA;
LUIGI ARNAUDO (già dirigente FIAT IFIL Rinascente), consigliere CdA;
ALESSANDRO PASQUARELLI (EUROMILANO), consigliere delegato CdA
MOSCA GORETTA ANDREA, CdA (già dirigente di società di DIEGO ANEMONE, arrestato per la “cricca” della P3).
Nel CdA di AGLAR ci sono i soliti nomi: Brunelli, Pasquarelli, Arnaudo, ….
EUROMILANO E’ controllata da:
37,5% PROSPETTIVE URBANE (90% cooperative LEGA COOP e 10% ACLI-CISL Milano);
20% UGF Assicurazioni (100% UNIPOL), l’assicurazione di CGIL-CISL-UIL;
42,5% INTESA SANPAOLO.
EUROMILANO ha il seguente CdA:
ALESSANDRO PASQUARELLI (Lega Coop), amministratore delegato CdA
MOSCA GORETTA ANDREA, direttore generale (vedi sopra)
MARCO BRUNELLI, IPER. In questi giorni ha rilevato il 10% da Prospettive Urbane e il 5% da IntesaSanpaolo.
ecc..
PROSPETTIVE URBANE comprende alcune fra le maggiori cooperative di abitanti dell’area milanese:
90% cooperative della LEGACOOP : Bollate, Niguarda, Quarto Oggiaro, Trenno, ecc..
Molte di queste cooperative sono dirette da ex sindacalisti:
la coop URBANISTICA NUOVA (UNICOOP) di Bollate, ad esempio, è stata diretta fino a ieri da Marco Marras, per molti anni staccato della FIOM all’Alfa di Arese.
10% cooperative ACLI-CISL Milano, attraverso il consorzio CCL (Consorzio Cooperative Lavoratori), con sedi in via della Signora e in via Tadino. Il CCL è un Consorzio di Cooperative di abitazione delle ACLI e della CISL milanesi, associato a Federabitazione e Confcooperative.
UNIPOL, con sede in via Stalingrado a Bologna e in via Palmanova a Milano.
CGIL, CISL, UIL “entrano nella compagine azionaria” dell’Unipol negli anni ’70.
“I partner storici di Unipol sono le Organizzazioni sindacali confederali del mondo del lavoro dipendente (CGIL, CISL, UIL), del lavoro autonomo e delle piccole imprese (CIA, CNA, Confesercenti), oltre naturalmente alla Legacoop”.
CGIL, CISL, UIL hanno anche avuto loro rappresentanti nel CdA.
Rocco Carannante, segreteria nazionale UIL (tesoriere), è da dieci anni nel CdA di Unipol.
Graziano Trerè, ex segreteria CISL, è rimasto nel CdA di UNIPOL fino due anni fa; si dimise dopo la denuncia dello Slai Cobas sui conflitti di interesse nei Fondi Pensione.
I COMUNI DI ARESE, GARBAGNATE, LAINATE e RHO.
Sono proprietari di oltre 250.000 mq (parcheggi, fabbricati Ancifap, ecc..) dell’area dell’Alfa Romeo, ceduti loro gratis dai proprietari dell’area; altri 100.000 mq circa saranno loro ceduti gratis all’approvazione del nuovo accordo di programma che, come i precedenti, non ha alcuna legittimità (E’ STATO MESSO SOTTO I PIEDI) perché “dovrebbe” servire (soldi pubblici a volontà per strade, infrastrutture, ecc..) per l’occupazione dei lavoratori licenziati dalla FIAT!?
I comuni hanno anche avuto gratis, in cambio del via libera alla cementificazione e speculazione sull’area, una miriade di opere fatte nei vari comuni.
E tutto ciò con i lavoratori licenziati e cassintegrati sulla strada.
All’Alfa Romeo l’AZIENDA SPIONISTICA Innova Service, insediata ad Arese dai PADRONI dell’ALFA, licenziati 62 operai.
Angela Di Marzo, titolare di Innova Service, e L. F., capo del personale, sono gli stessi per i quali, secondo alcuni quotidiani, sarebbe stato chiesto il rinvio a giudizio dalla Procura di Milano perché avrebbero messo a palazzo Marino una microspia sotto il tavolo del city manager della Moratti Giuseppe Sala, ora a capo di EXPO 2015.
COSA DICEVA 5 ANNI FA LO SLAI COBAS:
Comunicato dello slai cobas Alfa in data 24-1-2006
“I soldi di Consorte nella cassaforte degli Agnelli” ?!
Secondo Panorama del 26-1-2006, Consorte e Sacchetti (ex presidente e vice presidente Unipol) “hanno depositato una bella fetta dei 48 milioni” di euro presso la GABRIEL Srl di Torino, controllata da Simon fiduciaria, ubicata allo stesso indirizzo torinese.
Simon fiduciaria fa capo alla Sogefi, appartenente “alla famiglia di Franzo Grande Stevens, che per i suoi stretti rapporti con gli Agnelli si era conquistato il soprannome di <>”.
Il “sistema fiduciario blindato Sogefi-Simon-Gabriel … custodisce tesori come il pacchetto azionario di controllo della Giovanni Agnelli & C, la società … a cui fa capo l’impero Fiat” !!
Questa notizia fa seguito a quella appena pubblicata sull’Espresso del 21-1-2006, secondo il quale Consorte e Sacchetti sono di casa alla “Nazionale Fiduciaria”, società maggior azionista di Immobiliare Estate sei (amministratore unico l’on. Riccardo Conti, braccio destro di Buttiglione), proprietaria dei 2 milioni e mezzo di mq dell’area dell’Alfa Romeo di Arese.
I due avrebbero molti milioni di euro nella società proprietaria dell’area dell’Alfa!
Proprio nei giorni scorsi si è scoperto che il maggior azionista della società proprietaria dell’area dell’Alfa è la Popolare Lodi di Fiorani, attraverso la controllata Banca Valori, partecipata da Gnutti e Consorte.
Questa notizia fa inoltre seguito a quanto riportato da IlSole24ore del 11-1-2006, che parla di fondi neri creati con “Nazionale Fiduciaria” da prestanome di Fiorani assieme all’ Hopa di Gnutti ed all’Unipol di Consorte.
Qualche mese fa, durante una manifestazione dello Slai Cobas Alfa Romeo a Brescia, abbiamo chiesto ad Emilio Gnutti chi c’è dietro l’”affare Alfa di Arese”.
Allora Gnutti ci rispose: “non vi dico niente perché se no vi vergognate, non tanto voi quanto gli altri sindacati”.
• Cosa voleva dire Gnutti? Perché non parla chiaramente?
La Cgil ha storici stretti rapporti con l’Unipol.
E la CISL e la UIL nazionali sono azioniste della stessa UNIPOL.
Secondo “CorrierEconomia” del 16-1-2006, il 9 gennaio scorso la segreteria nazionale della Cisl, nonostante il parere contrario di Pezzotta, “ha deciso di restare azionista e nel consiglio di amministrazione di Unipol, dove siede Graziano Trerè, ex segretario organizzativo della Cisl stessa”.
“Nella Uil, invece, l’ipotesi di uscire da Unipol non si è neppure presa in considerazione. …. “La Uil ha nel cda dell’Unipol Rocco Carannante, il tesoriere della confederazione. “Carannante è vicinissimo all’ex segretario generale della Uil, Pietro Larizza ….”.
Hanno qualcosa da dire Cgil Cisl Uil sui rapporti fra Consorte, l’Unipol e la Fiat e l’Alfa Romeo di Arese?
I CASSINTEGRATI DENUNCIANO IL SILENZIO DI TROPPI ORGANI DI STAMPA RIGUARDO A QUESTI GRAVISSIMI FATTI SULL’ALFA, E INVITANO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE FORMIGONI AD USCIRE DAL SILENZIO OMERTOSO CHE DURA DAL GIORNO PRIMA DELLE ELEZIONI REGIONALI DELL’APRILE SCORSO.
Come mai, quando si parla dello scandalo Alfa, tutti tengono le bocche cucite?
E’ forse perché in troppi sono dentro questi sporchi affari?
VOGLIAMO POSTI DI LAVORO SUBITO AD ARESE E UN SALARIO SUFFICIENTE PER UNA VITA DIGNITOSA!
Arese, 24.1.2006
Slai Cobas Alfa Romeo