Al traguardo degli 86 anni il papà di Arese
30 Novembre 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, ex Alfa Romeo, Personaggi |
Negli ultimi anni Arese ha conosciuto un forte sviluppo edilizio e, oggi, con i nuovi progetti riguardanti Valera e l’area Sud (e probabilmente nel prossimo futuro anche a Nord vista la mancanza di un’idea forte per l’ex area Alfa Romeo),la città si trova a un bivio tra la conservazione della propria conformazione urbanistica e ambientale e un più spinto consumo del territorio. In un momento di svolta come questo diventa importante gettare uno sguardo indietro. Il 26 aprile 2006 scrissi per ‘La Prealpina’ un’intera pagina dedicata ad Arese e al sindaco Giancarlo Grandi, raccontando la storia di un centro legata a doppio filo con quella di un uomo: imprenditore, primo cittadino per caso, le cui scelte furono all’origine del boom di uno dei 10 comuni da anni più ricchi d’Italia. Di seguito ve ne ripropongo la lettura insieme a un inedito riguardante l’area ex Alfa Romeo (in tutto sei pezzi).
Giancarlo Grandi sindaco dal ’64 al ’76 trasformò il borgo rurale nella città dei manager
ARESE – Arese si estende per 6,56 chilometri quadrati con una popolazione residente di circa 19.500 persone. Di queste, poco più di mille sono cittadini stranieri provenienti in particolare dall’Europa e dall’America del Nord. Sono soprattutto dirigenti d’azienda o dipendenti dei consolati. Questa particolare immigrazione ha scelto Arese per le caratteristiche residenziali della città che assomiglia a quelle del centro nord europeo: molto verde e case che non superano in altezza i quattro piani fuori terra. Una qualità dell’abitare che da anni attira di continuo un cospicuo ceto medio alto. Al punto che Arese si colloca da tempo fra i primi dieci comuni d’Italia (sugli oltre 8100) nella classifica del reddito pro capite.
Tutto ciò si deve al cervello e al cuore di Giancarlo Grandi, l’imprenditore-sindaco divenuto un mito ad Arese, che a cavallo tra gli anni sessanta e settanta ha trasformato un borgo rurale di 3mila anime nella “città giardino” così come la si conosce oggi. Coi suoi parchi, le sue piste ciclabili, i bei viali, le casette basse nella privacy dei villaggi, le infrastrutture viabilistiche, scolastiche, sanitarie, sociali, culturali e sportive e le case popolari in centro, integrate nel contesto cittadino. Grandi è stato nei fatti un pioniere dell’ecologia, che ha dato corpo a un’utopia ambientale inventando ex novo un modello abitativo invidiato dagli altri comuni della zona e non solo. Con una grande fabbrica alle porte della sua città, ha saputo salvaguardare la qualità della vita dei suoi abitanti, evitare che Arese diventasse un sobborgo industriale di cemento come ce ne sono tanti nell’hinterland milanese e piegare agli interessi della comunità locale le logiche imprenditoriali ed economiche dell’Alfa Romeo, trasformandole al contrario in un’opportunità di lavoro e prestigio internazionale per Arese.
Imprenditore, cavaliere del lavoro, insignito di lauree honoris causa da diverse università italiane, sindaco di Arese dal 1964 al 1976, ma poi ancora assessore e consigliere fino agli anni 80, nel 1983 Giancarlo Grandi è stato pure candidato alle elezioni politiche nel collegio di Rho, ottenendo oltre 20mila suffragi. Un buon risultato personale, seppure non sufficiente a mandarlo a Roma. Grandi non ha mai preso tessere di partito, presentandosi sempre come indipendente. Prima nelle liste della Democrazia cristiana e poi in quelle del Partito Repubblicano. E’ un uomo di notevoli personalità e capacità. In un’intervista d’archivio degli anni 60, di lui scriveva il noto medico aresino Pietro Ravelli: “Osservavo con rinnovata curiosità la sua faccia larga e tonda, tagliata da rughe che fanno tanto capitano di industria, da uomo abituato a lottare contro mille problemi, solcata da un paio di baffi rossi, che diventano più rossi quando si infervora durante la conversazione, illuminata da uno sguardo che ti dà l’impressione imbarazzante e sgradevole di averti irrimediabilmente catalogato, registrato e posto in un apposito contenitore del suo archivio mentale, senza possibilità di errore. Ascoltavo il suo vocione dal timbro profondo, baritonale, da fare invidia perfino al più consumato play-boy… Allora per una specie di associazione di idee, mi sembrò fi trovarmi di fronte a un leone…i cui artigli sono la forza di volontà, il buon senso e l’istintiva violenza all’immediatezza dei fatti, di cui è particolarmente ricca la terra lombarda”.
Con i suoi 86 anni, compiuti proprio ieri, Giancarlo Grandi mantiene oggi il suo sguardo indagatore e il timbro sicuro e profondo della voce, che incute rispetto. Di lui colpiscono la memoria e la lucidità con cui è in grado di analizzare fatti e persone, l’originalità delle idee, la capacità di raccontare e raccontarsi mantenendosi equidistante rispetto alle situazioni e una certa umiltà per quanto realizzato, ben lungi, però, dallo sconfinare nella falsa modestia. E’ un uomo sincero. Immediato. Un grande vecchio, il papà di Arese, che ha molto da raccontare e da dire.
Ombretta T. Rinieri
(La Prealpina – 26 aprile 2006)