Il declino dell’area ex Alfa Romeo da industriale a commerciale e residenziale
21 Ottobre 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Edilizia, ex Alfa Romeo, Territorio |
Quando i tavoli tecnici si apprestano a ragionare sull’area di oltre due milioni di metri quadrati, si accorgono che su di essa pesano le scelte edificatorie degli Adp precedenti. “Una cosa è pianificare un’area completamente libera da vincoli – ha ragionato Milani – e una cosa è progettare un’area dove sono state messe tutte le concessioni con un quadrante centrale. Dove sono state già definite dei tracciati viari e dove esistono già siti tecnologici”. La conseguenza è stata la necessità di realizzare dei passaggi, dei corridoi, dato che non era possibile pensare di poter revocare concessioni industriali, provvedimenti, titoli o annullare le convenzioni già sottoscritte nel 2004.
“Laddove si trasforma radicalmente la situazione preesistente – ha precisato il tecnico – vi è l’obbligo del piano urbanistico integrato che porta alla suddivisione del territorio in attuato, parzialmente attuato, proprietà. A questi ambiti sono associate tutte le diverse funzioni di un piano regolatore, andando a determinare il nuovo peso insediativo previsto da questo accordo di programma”. Infatti le nuove funzioni commerciali e residenziali, oggetto della variante urbanistica portata all’esame il 12 ottobre scorso nei tre consigli di Arese, Lainate e Rho, vengono inserite negli indici di superficie lorda che devono essere pesati dalle singole amministrazioni comunali in funzione dei servizi pubblici necessari al nuovo centro commerciale e alle nuove case.
“L’edilizia convenzionale – ha precisato Milani per chiarire meglio il concetto – è un servizio pubblico residenziale e quindi la quota del 20% sarà pesata nel contesto dell’indice. Fra gli altri punti anche le infrastrutture correlate alla mobilità”. E infatti allegati all’Adp sono due documenti: uno relativo alle varianti dei piani regolatori e l’altro è legato all’art. 7 della L.r 1 secondo cui nelle aree degradate i proprietari, o meglio il sindaco qualora l’area ricada tutta in un comune, debbano presentare una proposta di riqualificazione urbanistica che comprende aspetti urbanistici, una nuova previsione, un atto di conferma o un’integrazione delle precedenti previsioni urbanistiche legata ai tempi di attuazione, alle garanzie di attuazione e alle bonifiche che sono necessarie. La seconda parte non ha un valore cogente, ma natura di proposta. Nel qual caso il comune intenda aderire provvede attraverso l’attuazione del piano integrato d’intervento. Che nel caso dell’area ex Alfa Romeo, date le dimensioni, il processo avviene con la variante del piano regolatore e questo a sua volta è demandato a futuri interventi attuativi della variante stessa.
In pratica grazie nell’art. 7 i proprietari possono presentare Alle amministrazioni coinvolte i propri desiderata che una volta accolti potranno essere realizzati attraverso la pianificazione urbanistica. “Gli ambiti – ha detto Milani – sono quelli del precedente accordo di trasformazione commerciale che consentirà a Fiat di realizzare un albergo vicino al Museo Alfa Romeo e di concentrare nel sito tutte le lavorazioni progettuali che ha ancora in essere. Di realizzare il centro commerciale, la zona residenziale e una per le attività ludico ricreative intorno alla vecchia pista prove”.
L’attività produttiva sarebbe garantita dalla zona realizzata con i precedenti accordi di programma. Accanto a questa ve ne sarebbe un’altra flessibile in cui inserire attività istituzionali (polo universitario, centro di ricerca) e direzionale. La promozione del polo universitario e del centro di ricerca (due entità separate o un unicum?, ndr) sarebbe demandato alla Regione Lombardia . “Comunque l’operatore – ha detto Milani – mette a disposizione per questo obiettivo 11mila mq di area per un valore complessivo di opere pari a 12 milioni di euro”.
Stando a una suddivisione percentuale dell’area effettuata dal tecnico comunale, il 60% rimarrebbe produttiva, il 10 residenziale, l’11 terziario, il 10 commerciale cui si aggiungono delle aree di cessione. “Queste – ha spiegato Milani – sono di diverse tipologie: le superfici che devono essere cedute e che non appaiono da alcuna parte perché sono nelle note e che tradotte determinano circa 630mila mq di superfici che devono essere reperite; aree di compensazione per 250mila mq; 261mila mq di verde privato che deve essere garantito all’interno delle aree nel rispetto del regolamento d’igiene”. Facendo i conti a Milani, nell’adp verrebbero recuperati un milione di mq di verde.
“Per le funzioni pubbliche del comune di Arese fra tutte le aree standard – ha continuato il tecnico – è previsto un milione di mq su una superficie territoriale, depurata dall’Alfa Romeo, di 5 milioni e 600mila mq. Nell’Adp vi sono funzioni pubbliche pari a 830mila mq su un milione e 600mila mq”. Cui si lega il recupero del paesaggi di un’area che la Regione individua come corridoio ecologico.
Ombretta T. Rinieri
(continua)