Rivoluzione al Ccsa: nasce la Facs
21 Settembre 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Centro sportivo Arese, Inchieste, Locale, Politica |
(Flashback-Ccsa: “La Prealpina” – 3 giugno 2005 – pag. 13”.
ARESE – Dopo trentotto anni Arese volta pagina nella gestione del Centro Sportivo comunale “Davide Ancillotto”. Il consiglio comunale ha approvato lunedì scorso con dodici voti favorevoli, sei astenuti e un contrario (Alberto Savoia di prc), la costituzione della “Fondazione Arese Cultura Sport”. Che annovera fra i soci fondatori l’ottantatreenne ex sindaco Gian Carlo Grandi, a furor di popolo considerato il “papà” di Arese, in quanto autore della “Città giardino” così come la si conosce, che viene ricordato spesso dalla maggior parte degli aresini come persona capace e retta.
Il nome di Grandi costituisce quindi un marchio doc di questo cambiamento, ma anche la garanzia della continuità con il passato: sono sue le intuizioni del centro sportivo e dell’associazione Ccsa per gestirlo.
Il Comune è il socio fondatore e promotore della fondazione, che parte con il fondo di dotazione minimo di 58mila euro necessario a ottenere il riconoscimento giuridico da parte della Regione. Di questi, 28mila sono conferiti dall’amministrazione e gli altri 30mila dai soci fondatori che oltre a Grandi, sono la società Spaggiari Service di Milano, la Giuspi di Milano e la Ares di Rho. Socio fondatore anche il Ccsa (Centro cultura sportivo aresino) che garantirà la gestione delle attività sportive del Centro in virtù della sua consolidata esperienza.
Tecnicamente la Facs sarà formata da un consiglio d’indirizzo a maggioranza pubblica (i componenti saranno nominati dal sindaco), un consiglio di gestione a maggioranza privata (nominato dal consiglio d’indirizzo), l’organo di consulenza contabile e il presidente, che sarà pari ruolo anche nei consigli di gestione e indirizzo. I membri della fondazione sono il promotore (il comune), i soci fondatori, i partecipanti sostenitori e i partecipanti a progetti speciali.
La fondazione ha per scopo l’individuazione, l’ideazione, la programmazione e la promozione di iniziative sociali, culturali, ricreative e del tempo libero e la promozione di discipline sportive come mezzo di educazione fisica, morale e culturale. Secondo quanto spiegato dal consulente Floriani dello studio notarile Bellezza, la fondazione nonostante la presenza di privati resta un ente non lucrativo per definizione (l’utile di fine anno non può essere reinvestito). Il vantaggio per l’amministrazione sarà quello di avere “una struttura modulare per il perseguimento di un interesse che resta pubblico perché rivolto alle persone e al territorio”, con l’apporto di finanziamenti privati. Mentre i privati dal canto loro potranno beneficiare delle deduzioni fiscali, in alcuni casi anche totali, che donazioni alle fondazioni consentono.
Di per sé la fondazione non fallisce. In caso di squilibrio può essere fatto un piano di ripianamento, oppure la perdita può essere portata a nuovo a fronte di un piano di investimenti o ci può essere lo sforzo di copertura da parte dei soci fondatori.
Politicamente il sindaco, Gino Perferi, ha sottolineato che la Facs, che dovrebbe partire il primo settembre in linea con l’inizio delle varie attività sportive, “Non è la panacea ai problemi del centro sportivo”. E alle domande sulla Gesem ha risposto dicendo che la municipalizzata “è stato uno strumento indispensabile due anni fa per non ricorrere a un appalto che avrebbe estromesso il più grande patrimonio di volontariato che in tanti anni si era creato”, ma che si è dovuto ricorrere alla fondazione “perché lasciandola in mano alla Gesem l’avremmo dovuto gestire in condominio con Lainate, che sul centro sportivo non ci avrebbe dato alcun contraltare per essere paritaria al 50 per cento”.
Ha poi aggiunto Perferi: “Il Ccsa presenterà un progetto di gestione dello sport che la fondazione potrà conferire al Ccsa a condizione di un controllo di gestione che farà il comitato d’indirizzo e il consiglio d’amministrazione. La fondazione non risolverà tutti i problemi. Nossignore. Bisognerà tornare a mettere mano al portafogli per far sì che il Comune si faccia carico della parte sociale. La fondazione non nasce per controllare chi ha sbagliato il bilancio, perché il Ccsa non è un’associazione “x” o “y”, ma un patrimonio che appartiene a tutte le amministrazioni passate e presente. Ora dovremo stringere i tempi con il privato, perché la fondazione nasce per attrarre fondi dal privato che deve aiutarci a superare i tempi lunghi che avrebbe l’amministrazione con le proprie disponibilità economiche nel rinnovare l’attrezzatura strutturale. Da soli non ce la facciamo”.
Ombretta T. Rinieri