La querelle sul portavoce del sindaco
1 Luglio 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Informazione, Locale, Politica |
ARESE – Dal 1° luglio 2010 ha preso servizio ad Arese il portavoce del sindaco Gianluigi Fornaro. L’incarico è stato assegnato ad Angela De Rosa, ex An e candidata sindaco nelle file del Pdl alle scorse elezioni amministrative per il comune di Novate Milanese. Percepirà un emolumento di 18mila euro l’anno.
Il nome della De Rosa, quale vincitrice certa, era stato indicato dal consigliere del Pd Giancarlo Giudici in una busta chiusa e sigillata davanti alla cinepresa dei Grilli di Arese a margine dell’ultimo consiglio comunale del 15 giugno scorso e consegnata al segretario comunale, Frattantoni.
A conferma dell’esattezza della propria previsione, il 29 giugno, a seguito della delibera di nomina, lo stesso Giudici ha aperto in comune la busta, nuovamente alla presenta del Movimento 5 Stelle,dimostrando che a onta del bando pubblico e della trasparenza, la scelta della De Rosa era già stata effettuata a monte.
“Io credo che non ci sia bisogno di commenti – dichiara Giudici nel video trasmesso in Internet sul sito del gruppo dei Grilli facente capo alla coppia Antimiani-Farotto (il distinguo è d’obbligo, perché oltre un anno fa l’originario gruppo fondato dalla Tiziana Fabro si è diviso, dando vita ad Arese a due movimenti Beppe Grillo) – perché ognuno può giudicare e farsi un’opinione. Noi come gruppo consiliare del Pd abbiamo una posizione molto chiara: eravamo contrari a questo incarico (in tal senso l’opposizione aveva presentato un’interrogazione a hoc,ndr), perché secondo noi non serve, sono soldi sprecati, si potevano utilizzare in altri modi, a vantaggio della collettività. A maggior ragione ora possiamo dire che si trattava di un incarico predestinato, nonostante fosse un bando con tanto di punteggio con un vincitore che si sapeva già prima chi dovesse essere e guarda caso con dei collegamenti politici con il nostro sindaco. Noi non possiamo dire di essere contenti per aver azzeccato il risultato, perché secondo noi l’incarico era da revocare o quantomeno sarebbe stato meglio assegnato a una persona scelta per la sua competenza e per i suoi titoli e non per l’appartenenza politica”.
Alla carica di portavoce hanno concorso otto candidati, i cui più noti ad Arese sono la cronista del “Giorno” Monica Guerci, che vantava anche un’esperienza come portavoce presso un comune limitrofo, e Paolo Galvani, già giornalista alla Mondadori e addetto stampa del candidato sindaco per il Pd Giuseppe Augurusa alle ultime elezioni.
Interpellato sulla questione, il sindaco Gianluigi Fornaro ha ricordato che il posto è vacante da un anno, già con un risparmio per le casse comunali, e che è di tipo fiduciario. “Comunque – ha detto – non si è favorito nessuno. Semplicemente De Rosa ha vinto ai punti: 20 per il titolo accademico, master e specializzazioni, 30 per esperienze in ambito diverso dagli enti locali e 50 per esperienze nella comunicazione di enti locali. E la De Rosa ha maturato esperienza all’ufficio stampa della Regione Lombardia e in altri ambiti assessorili. Nessun altro poteva vantare tutti questi requisiti insieme. In particolare la Guerci ha lavorato a Paderno Dugnano e non è certo un’esperienza paragonabile a quella della Regione Lombardia così come né Galvani nè altri vantano la lunga eperienza di comunicazione pubblica della De Rosa. E’ vero, ho valutato anche l’affinità politica, dato che il mio portavoce dovrà interpretare con la stampa e in tutte le sedi il mio pensiero. Tutti hanno avuto il loro portavoce. Io ho semplicemente aspettato un anno prima di nominarlo e ho voluto che fosse meritocratico!”.
Il portavoce ad Arese non è una novità: quello di Perferi si chiamava Claudio Moschin (aresino) e percepiva un compenso di 24.576mila euro. Il ruolo è istituito dalla legge 150 del 2000, che disciplina le attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni. Insieme con l’ufficio stampa, il portavoce del sindaco cura la quantità e la qualità dell’informazione rivolta ai mass media. A differenza dell’ufficio stampa, il portavoce riceve l’incarico per diretta emanazione del sindaco, con il quale collabora direttamente e concorda forme e contenuti della sua attività.
Il portavoce convoca i giornalisti, invia note, presenzia alle conferenze stampa e alle altre riunioni istituzionali del sindaco, partecipa all’organizzazione e alla gestione della comunicazione delle altre strutture (in questo senso Moschin era anche il coordinatore editoriale di ‘Aresium’). L’incarico è a tempo determinato e dura quanto il mandato del sindaco, perché come è ovvio è un incarico di estrema fiducia.
Per la cronaca, negli ultimi anni l’interfaccia pubblica del comune di Arese verso i giornalisti e la comunicazione pubblica è andata modificandosi. Quando circa dieci anni fa ho cominciato le corrispondenze per il mio giornale da Arese (prima scrivevo per altri comuni), l’ufficio stampa era retto da una brava giornalista, che rispondeva a sua volta a una dirigente della comunicazione tutta. Né l’una, né l’altra, si sentivano apprezzate e quindi a rotazione prima l’una e poi l’altra hanno lasciato Arese per altre amministrazioni pubbliche. Il posto di ufficio stampa è rimasto vacante.
A norma di legge gli uffici stampa dovrebbe essere ricoperti da giornalisti iscritti all’Ordine, perché essi sono tenuti a obblighi etici e deontologici precisi e sono soggetti a sanzioni disciplinari qualora abusino della professione. A un certo punto l’amministrazione comunale poteva scegliere se ricercare sul territorio un giornalista come imposto dalla Legge Tremonti sui risparmi di spesa o indire un concorso per il posto da comunicatore.
L’anno scorso la giunta Perferi ha scelto questa seconda soluzione e oggi in comune vi è una responsabile comunicazione che “rivede” i comunicati stampa inviati ai giornalisti dall’Urp. Qualcuno dice che allora fu by passata la Legge Tremonti. Ciò, naturalmente, senza nulla togliere alle competenze e alla professionalità dell’attuale comunicatrice che ha vinto il concorso con tutti i “titoli” al suo posto.
Ombretta T. Rinieri