La Cappa
26 Maggio 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Analisi/Opinioni, Nazionale, Politica |
MILANO – Nei prossimi mesi il Tribunale di Milano discuterà sul ricorso presentato dal Movimento 5 Stelle contro l’elezione per la terza volta di Roberto Formigoni (Pdl) alla presidenza della Regione Lombardia. Nel darne notizia in questi giorni sul suo blog, la grillina di Arese Tiziana Fabro appoggia la notizia riprendendo un’intervista a viva voce rilasciata già a febbraio da Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, a Jacopo Dettoni di “Raissa Magazine” trasmessa attraverso You Tube.
Addentrandosi nei gangli della Legge 165 del 2004 sulla ineleggibilità per il terzo mandato, Onida spiega che la normativa statale doveva essere recepita dalle Regioni attraverso una successiva legge elettorale regionale, che bloccasse l’immediata eleggibilità del governatore allo scadere del secondo mandato. Legge, che a distanza di sei anni, la Regione non ha ancora provveduto a stendere.
La stessa situazione si sta perpetuando anche in Emilia Romagna, dove il presidente Vasco Errani (Pd) sta godendo dello stesso vuoto normativo.
In sintesi considera Onida: “Tenendo in naftalina il principio del divieto di terzo mandato”, i due schieramenti politici contrapposti stanno entrambi prolungando la loro permanenza al vertice lombardo ed emiliano. Una conferma del detto popolare: “Son tutti uguali”, che sta allargando la percentuale di disaffezione alle urne.
Questo succede in due importanti regioni italiane. Ma succede anche, fatto ancor più grave, che grazie alla legge elettorale in vigore, in Parlamento sieda una classe politica di nominati dai partiti su cui “pesa” il vincolo di riconoscenza allo schieramento d’appartenenza. La negazione di quanto stabilito dalla Costituzione, secondo cui deputati e senatori venendo eletti dai cittadini agiscono in nome e per conto loro secondo scienza e coscienza. Legge che permane a oltranza, nonostante i proclami a spot di volta in volta lanciati nei momenti di crisi pre elettorale dai vari esponenti dei partiti. Fa molto più comodo perpetuare se stessi e la propria progenie.
L’egemonia sulla società civile si estende poi con la prassi delle “poltrone” in quota ai partiti negli organismi pubblici o privati di interesse pubblico. In barba al merito e all’interesse collettivo. Qualche esempio? Cda e vertici di ospedali, di enti di controllo come l’Arpa, dei parchi, del patrimonio artistico eccetera.
Nel complesso, una situazione avvitata su se stessa, che toglie nobiltà alla politica e a chi la pratica e sta determinando in Italia la percezione di una pesante cappa sulla vita di tutti i cittadini.
Ombretta T. Rinieri
Nota. La legge che vieta il terzo mandato è la 165/04 e non la 255/04 ch’era erroneamente riportata nell’articolo a causa di un refuso e cheè stato corretto.