Un altro progetto è possibile!
18 Maggio 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Associazioni, Bianca, centro commerciale Arese, Commercio, Cronaca, ex Alfa Romeo, Inchieste, Territorio |
RHO – L’accordo di programma per l’ex Alfa Romeo licenziato da Regione Lombardia e Provincia di Milano è calato dall’alto. Ripiegato su case e centro commerciale, non tiene conto della vocazione industriale dell’area e delle esigenze del territorio, Dimentica i lavoratori specializzati, devasta l’ambiente, danneggia il commercio locale, impatta sul diritto alla natura dei cittadini e sulla loro qualità di vita. Quindi va rifatto.
In sintesi sono questi motivi e finalità che hanno portato alla nascita del Coordinamento Difesa Territorio Area Alfa “Un altro progetto è possibile!”, illustrati oggi nel corso di una conferenza stampa dai rappresentanti di associazioni, comitati e gruppi, che hanno deciso di collaborare insieme per far fronte comune e ribaltare dal basso quanto già deciso ai macro livelli.
Sara Belluzzo, del Comitato Difendiamo Arese, ha spiegato della scoperta a luglio dello scorso anno della firma sui tavoli istituzionali (Regione, Provincia e comuni di Arese, Rho, Lainate) delle linee guida dell’Adp, avvenuta già il maggio prima, senza che se ne desse alla cittadinanza comunicazione ufficiale; nonostante la campagna elettorale e le elezioni provinciali e amministrative in corso e nonostante i notevoli impatti viabilistico ed economico del progetto per migliaia di persone.
“L’Adp nel suo insieme – ha detto a seguire Monica Bettolo, dell’Associazione Commercianti di Lainate – è inutile e dannoso. Riteniamo che avrà effetti devastanti sul commercio locale e per questo abbiamo già incontrato il sindaco Landonio chiedendo una pausa di riflessione”. “Da ventimila occupati – ha spiegato Tiziano Clerici, del Comitato garbagnatese per la tutela del territorio – l’Alfa Romeo si è trasformata in un ammasso di macerie. Il governatore Roberto Formigoni aveva promesso l’insediamento di 300 aziende e invece non c’è nulla. Anzi si prevede l’installazione di due centrali funzionanti con olio di colza e con oli esausti, una nell’ex area industriale e una vicina all’ospedale. Funzioneranno con prodotti provenienti dalla Romania, che ha investito molto in questa tipologia di colture. L’area deve tornare a essere industriale e produttiva”.
E’ tornato sulla vocazione industriale anche Fausto Savini, delle Acli zonali (ben diciotto circoli in comuni diversi, fra cui Bollate, Rho e Arese): “Noi lavoriamo all’Accordo di Programma dal 2000-2001 – ha spiegato – e attraverso una commissione specifica, cui ha collaborato anche un docente dell’Università Cattolica, avevamo individuato delle soluzioni produttive. Ma non siamo mai riusciti a illustrarle all’assessore regionale Cattaneo, che si è sempre fatto negare. Ora scopriamo che la vocazione industriale è stata lasciata fuori e che si sono assecondati i profitti dei proprietari dell’area. C’è stata la volontà di tenere occultato quello che si stava facendo. A fronte di tutto questo abbiamo deciso di metterci a disposizione e c’è la disponibilità ad appoggiare questo comitato anche dalle Acli provinciale”.
Marco Zabarini, del sindacato FlmU Cub di base, ha parlato a nome dei lavoratori alfisti, in questi anni rimasta a lungo inascoltata. “Noi siamo contrari a questo Accordo – ha spiegato – perché lo consideriamo di basso profilo in quanto perdere 800 posti di lavoro è disastroso. Non solo. Anche chiudere le aziende in Italia e portarle all’estero: vuol dire impoverire l’economia locale per sostituirla con centri commerciali. Dov’è il know how? Non solo, le grandi strutture di vendita distruggono i piccoli negozianti. E se questi chiudono non sono forse altri disoccupati?”. “Noi dell’Associazione Filo della Memoria – ha detto infine Enrico Nazzari – abbiamo iniziato un percorso culturale partendo dalla storia per capire il moderno. Lavoriamo sulla resistenza e sull’antifascismo e ci sentiamo territorialmente molto legati all’Alfa Romeo. Siamo convinti che occorra muoversi su questi temi. E cerchiamo di farlo anche nelle scuole. Per esempio in questi giorni si tiene al Liceo Majorana una mostra sulle morti bianche a cui abbiamo contribuito fattivamente”.
Il Partito democratico di Rho e di Arese ha deciso di appoggiare il Comitato Territoriale, cui è parte attiva anche il circolo della Legambiente di Rho con Gianluigi Forloni.
“Il Comitato è riuscito a catalizzare l’attenzione del territorio – hanno detto Pietro Romano (segretario di Rho) e Paola Pandolfi (di Arese) e come Pd abbiamo condiviso l’argomento dicendo anche in consiglio comunale come Rho sia l’anello debole dell’Adp. E’ una di quelle occasioni in cui la politica può collaborare con la società civile in modo che possa essere sanata la mancanza di fiducia latente nella politica. Questo Accordo è un accordo al ribasso su case e centro commerciale, mentre lo stralcio della viabilità non ha contribuito a migliorare la situazione. L’obiettivo comune è quello di non firmarlo con la speranza che tutti quanti ci si possa mettere insieme per ripensarlo”.
Al Comitato territoriale aderiscono anche i cittadini di Bariana, Sos Fornace Rho e il Comitato rhodense di via Morandi, che ieri non erano presenti in conferenza stampa.
E’ nato anche un logo: una ruota dentata sovrastata da un albero nel tentativo di unire per una volta il lavoro con la tutela dell’ambiente. Il Comitato territoriale ha rinnovato l’appello alle istituzioni già inviato nei giorni scorsi e ha ricordato la petizione in corso per un nuovo Accordo di Programma. Le prossime assemblee del Comitato si terranno a Lainate il 25 maggio 2010 e a Rho il 3 giugno 2010.